ilaUna fatica da Guinness . Partirà il primo giugno dal pontile di Lido di Volano la sfida di Ilaria Corli, 30 anni piacentina, due lauree nel cassetto in matematica e management dello sport ed una in arrivo in scienze motorie, che proverà a finire il triathlon più lungo di sempre in solitaria. Un record che batterà un altro record e che poi (probabilmente) qualcuno proverà ancora a battere. Settemila chilometri in ottanta giorni. Roba da far venire i brividi anche ai più audaci. Roba che si fa fatica solo a pensare, a immaginare. Anche a scrivere. Una sfida infinita nuotando fino a Fermo per 210 chilometri, pedalando per 5400 chilometri lungo il perimetro occidentale dell’Europa fino a Berlino e infine rientrando a Ferrara di corsa per altri 1400 chilometri dopo aver attraversato Germania, Repubblica Ceca e Austria. “Perche lo faccio? Innanzitutto perchè mi diverto, perchè per me lo sport più che una gara è un viaggio e un’esperienza personale…”.  Ovvio. Ma non basta. Una sfida così nasce anche dalla voglia di trovare nuovi stimoli, nuove emozioni rispetto a ciò che già si è fatto. E Ilaria  ne ha fatti di chilometri e di strada. Non è nuova ad imprese simili.  Dai viaggi giovanili in bicicletta verso Barcellona, Oslo e Caponord fino alla Trans Am Bike Race 6900 chilometri non stop coast to coast dal Pacifico all’Atlantico, ovviamente in solitaria, portata a termine lo scorso anno. Prima e unica italiana ad arrivare al traguardo : «No, nessuna difficoltà anche se so benissimo di non essere una campionessa, di non essere nessuno…Ma a me va benissimo così. Per me queste sono esperienze. Vado piano, non seguo tabelle, mi fido più della mia esperienza e delle mie emozioni…”. Paure? Quelle di tutti quando ci si mette una cuffia e un paio di occhialini e ci si tuffa in mare, quando si pedala per centinaia di chilometri e poi si comincia a correre: “Sì,  certo paure ne ho- ammette- Quando si fanno tantissimi chilometri in solitaria, quando si attraversano paesi, montagne, strade dove non si incontra nessuno per ore e chilometri come mi è successo negli Stati Uniti i timori ci sono. E poi nel Kentucky c’era un serio problema con i cani liberi. E io ho paura dei cani quando sono in bici…”. Ma tra qualche settimane a far paura sono anche le distanze,  settemila chilometri in tutto, un viaggio infinito che Ilaria farà  scortata in mare da una canoa di appoggio e sulle strade in totale autonomia: “Sinceramente la distanza in sè non mi spaventa- racconta- Ciò che un po’ mi preoccupa è la corsa perchè per qualche mese non mi potrò allenare visto che mi toccherà nuotare e pedalare…”. Ottanta giorni di viaggio in cui non farà il Giro del mondo ma quasi. Ottanta giorni per scrivere una storia, un’altra delle sue. Ottanta giorni per provare a battere il record di Norma Bastidas, la messicana che tre anni fa percorse complessivamente 4983 chilometri da Cancuna  Washington. Ottanta giorni per entrare nel Guinnes ma forse non è neppure la cosa più importante…

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