Giro d'Italia 2017Spalle ferme, pedalata rotonda,  traiettorie sicure e braccia sulle protesi. Facile. Così in bici si va a settanta all’ora in pianura. E a settanta all’ora, se non si fanno magheggi, non si va neanche con un cinquantino, neanche in scooter. Anni fa,  ma era preistoria, a settanta all’ora ci arrivava a malapena lo Stornello 125 della Guzzi che usavo per andare al liceo. Ci arrivava ma arrancava. E infatti, ogni tanto, bisognava mollare il gas per dare un po di riposo a bielle e pistoni.  Bisognava far respirare il motore per non bollirlo. Ma Tom Dumoulin, lo spilungone olandese della Sunweb che  ha vinto ( stravinto) la “Sagrantino Stage”,  39,8 km a cronometro tra i vigneti umbri da Foligno a Montefalco oggi non aveva bisogno i far respirare le sue leve. Gambe gonfie ma sotto controllo. Eleganti, composte come se la fatica non esistesse, come se la velocità fosse naturale, semplice, scontata.  Tom Dumoulin, che l’anno scorso era già di un rosa intenso che poi però  sbiadito, a settanta all’ora oggi ci andava in pianura.  Era più affannato Andrea  De Luca a raccontarlo in sella alla moto della Rai che lui a pedalare. Settanta all’ora e dietro il vuoto. Dietro Geraint Thomas, Bob Jungels,  Bauke Mollema,  Thibaut Pinot, Vincenzo Nibali. Settanta all’ora  e dietro anche Nairo Quintana, rosa per un giorno, che ora aspetta che tornino le salite perchè lui  a settanta all’ora  non riesce ad andarci ma la sua crono la fa quando la strada sale.  Settanta all’ora ed è la 25ma volta che un olandese vince al Giro, la 30ma volta che un tulipano si veste di rosa.  Settanta all’ora e Tom Dumoulin si mette per la settima volta la maglia rosa. Come Nairo Quintana. Settanta all’ora, sembra tutto facile. Ma non lo è…