cioA settembre, a Lima, ci sarà l’ufficialità ma tutto è già deciso: la 132ma sessione del Cio, il comitato olimpico internazionale, nel 2019 si terrà a Milano. Sarà Milano ad ospitarla perchè le altre città si sono ritirate e perchè Ser Miang Ng e Willy Kaltschmitt Lujan, i due rappresentanti del comitato per Singapore e per le Americhe che avevano l’incarico di visionare a città, pare siano rimasti molto soddisfatti del sopralluogo. Ma a settembre in Perù si deciderà anche quali saranno le sedi dei Giochi 2024 e 2028 e per Milano questa decisione qualche scenario lo potrebbe aprire. Se le olimpiadi nel 2024 saranno assegnate alla capitale francese bisognerebbe mettersi il cuore in pace così pure se venissero già decise le due sedi perchè di candidature si dovrebbe parlare nel 2032. Troppo in là. Ma se così non fosse il discorso potrebbe essere diverso: «Milano non è pronta, inutile nasconderlo, non ha uno stadio con una pista olimpica e per l’inaugurazione di un’olimpiade quella è una struttura da cui non si può prescindere- spiega con onestà il presidente del Coni Giovanni Malagò- Ma ormai gli scenari cambiano velocemente e con l’agenda 2020 voluta dal presidente Thomas Bach le candidature possono diventare molto più elastiche…». Che tradotto significa che una città si può candidare in ticket con una altra città (magari con Torino), con un’intera Regione, con una regione vicina. E allora il discorso cambia. «Ma fino a settembre non se ne parla – spiega soddisfatto Giuseppe Sala-. Ovvio che le Olimpiadi sarebbero una grande opportunità soprattutto per una città che ha impianti limitati e quella sarebbe l’occasione per rimettersi al passo. Ma se Milano dovesse candidarsi alle Olimpiadi del 2028, bisognerà guardare ad allargare la candidatura ad altre città». Intanto il sindaco andrà a Lima per far esperienza in compagnia del governatore Roberto Maroni con il quale, sul tema olimpico, la sintonia è totale: «Per adesso organizziamo la seduta Cio 2019 e poi si vedrà – spiega il governatore-. Siamo pronti a candidare Milano e la Lombardia. A me piace l’idea che le Olimpiadi si possano effettuare su un territorio più vasto. In Lombardia abbiamo tante aree dove si può fare dai laghi alle città con impianti che possono essere utilizzati. Però questo non dipende da me. Sarà la decisione del Coni». Decisione che, usando tutti i se del caso, pare scontata anche perchè la ferita del «no» arrivato dal Comune di Roma pochi mesi fa con un dossier olimpico già pronto ancora sanguina: «Quello è stato un errore clamoroso che ha ipotecato il futuro di una generazione – ricorda Malagò- Con la candidatura al Cio di Milano lo sport italiano ha recuperato credibilità, il lavoro svolto in questi mesi è un esempio di collaborazione tra sport e istituzioni e di una squadra davvero formidabile». E il suggello arriva dal prefetto Luciana Lamorgese: «Le precedenti esperienze già affrontate da Milano, l’Asia-Europe Meeting dell’ottobre 2014 e l’intero semestre Expo – spiega il prefetto- sono un modello che dimostrano come questa città sia pronta ad ospitare e gestire al meglio la sessione olimpica del Comitato Olimpico Internazionale sia per quanto riguarda l’organizzazione sia per la sicurezza».