C’è chi il ciclismo lo guarda in tv e chi invece sale in bici e pedala: 5 milioni e mezzo di appassionati “voyeur” e un milione e mezzo di praticanti che sudano e faticano, tanto per capirsi. Tanti comunque. Generalmente con un’estrazione sociale medio-alta, con buone disponibilità economiche e con l’idea fissa dell’agonismo (ancora la maggiorparte) ma sempre di più con in testa l’idea che pedalare sia benessere e anche turismo . Sono i dati di una ricerca di mercato condotta da ESP GroupM Consulting  Sinottica TSSP  commissionata da HERO Südtirol Dolomites,  una delle gare più affascinanti di ciclismo off road che si correrà sabato prossimo intorno al gruppo del Sella e si conferma come evento trend setter nel campo della mountain bike. “Tra le discipline sportive più seguite- conferma lo studio- il ciclismo occupa il settimo posto e la bicicletta rientra nella top 5 delle discipline più praticate con l’8,2% dei 23.600.000 milioni di italiani che fanno sport con continuità e sempre più consapevoli sui benefici della pratica sportiva, e in particolare del ciclismo e della mountain bike. In Italia ci sono 1.935.000 ciclisti regolari  e si tratta di un movimento che sta passando dall’interpretazione agonistica della bici a quella turistica: la mountain bike e la sua evoluzione in E-bike, che fa registrare un boom di vendite come nuova forma di vacanza, e nell’Anno del Turismo Sostenibile sono dati incoraggianti”.   L’analisi della community italiana del pedale conferma che il mondo del ciclismo ha ancora una forte matrice maschile (con l’82% di uomini) e un territorio di riferimento nel nord Italia con il 61% di tutti i praticanti, anche se vi è una quota rilevante al sud, isole comprese, con il 30% di affezionati ciclisti. Tuttavia, ciò che colpisce in questa indagine demoscopica, è la classe reddituale dei praticanti ciclismo: l’85% dei ciclisti si colloca nelle fasce di reddito media e alta  a dimostrazione di come la bicicletta sia diventata oggetto di culto anche nelle classi più abbienti. Il profilo del ciclista è quello di un appassionato fortemente orientato verso  benessere fisico e la propensione alla competizione: alla voce “life interests” il 22.5% risponde che interpreta il ciclismo come manifestazione agonistica  e il 19.5% sottolinea il benessere fisico come effetto collaterale. “Approfondendo il tema agonismo- continua lo studio- abbiamo analizzato i dati della Federazione Ciclistica Italiana che nel 2016 ha registrato 70.714 tesserati, di cui il 38,3 % ha scelto la mountain bike come propria disciplina di riferimento, mentre resta prevalente l’utilizzo della bici da strada tra i praticanti italiani (54%)”. Tuttavia, questa visione “federale” non coincide con un mercato che da alcune stagioni sta andando verso una direzione off-road e che vede la mountain bike imporsi nel suo utilizzo a carattere diportistico: secondo dati Eurac Research riferiti a destinazioni turistiche nell’arco alpino, i praticanti di mountain bike sono 18,7 milioni contro i 15,7 milioni che scelgono la bici da strada.