Una possibile candidatura di Milano e della Valtellina ai Giochi Invernali del 2026. E’ l’ipotesi lanciata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel corso del Consiglio nazionale che si è svolto ieri. Un’ipotesi che sembra concreta e percorribile nonostante dal punto di vista procedurale la carta olimpica faccia difficoltà nel caso Milano dovesse ospitare come appare certo la sessione del Cio tra due anni. L’idea di candidare Milano e la Valtellina alle Olimpiadi Invernali prende corpo visto che la strada per ospitare i Giochi Estivi appare ormai più che sbarrata perché, come confermato dal membro Cio Mario Pescante a luglio a Losanna il Comitato Olimpico Internazionale dovrebbe assegnare sia i Giochi del 2024 che quelli del 2028 a Parigi e Los Angeles. Giovanni Malagò allora rilancia e chiede al Comitato olimpico internazionale di non porre veti legati alla sessione che il capoluogo lombardo ospiterà nel settembre 2019, anche alla luce di una probabile doppia assegnazione a settembre dei Giochi estivi del 2024 e 2028. «La carta olimpica prevede che se ospiti una sessione Cio non puoi candidarti a nulla- spiega il presidente del Coni- se volessimo candidare Milano e la Valtellina per il 2026 o il 2030 la carta olimpica non ce lo . Ma visto che negli ultimi tempi il Cio molte cose le sta cambiando, questa sarebbe una cosa non giusta». Malagò chiede quindi una deroga, un piccolo strappo alla regola per portare nel nostro Paese una manifestazione olimpica in tempi ragionevoli anche se poi però frena gli entusiasmi, forse perchè già scottato da quanto successo a Roma lo scorso anno: «In merito a un’eventuale candidatura per i Giochi invernali- precisa infatti- il discorso lo mettiamo da parte perché bisogna capire quale governo ci sarà e se sarà a favore». Poi, tornando all’ipotesi di una doppia assegnazione dei Giochi estivi del 2024 e 2028 a Parigi e Los Angeles nella prossima sessione del Cio a Lima ribadisce che «dispiacerebbe molto perché taglierebbe i sogni e accrescerebbe il rammarico per come si è risolta la candidatura di Roma e per la follia di quella decisione così affrettata, perché bastava rimanere in gara per avere un’opportunità più unica che rara». Sull’ipotesi di una doppia assegnazione 2024-2028 si esprime anche il membro del Cio Mario Pescante, prima ricordando il clima «anti-establishment» che si respira in molti paesi e poi ipotizzando una sorta di tregua olimpica per arrivare almeno al 2028: «É più di una ipotesi» afferma. Quindi, rivolgendosi a Malagò, Pescante ha evidenziato le possibilità di successo che avrebbe la candidatura di Milano: «Grandi boicottaggi sui giochi invernali non ce ne sono, l’Italia potrebbe concorrere anche perché ormai si è rotto il ghiaccio con Torino e poi con Vancouver, non ci sono più ostacoli per le grandi città, poi riuscirci è un altro discorso ma noi abbiamo parecchi crediti».