Ci risentiamo al prossimo incidente. Ma solo se sarà eccellente, Michele Scarponi e Niky Hayden non ce ne vogliano ma sulle strade di ciclisti ne muoiono quasi ogni giorno e passano inosservati. Però poi quando il nome è noto o, meglio ancora, famoso, si fa la coda a strapparsi le vesti, a indignarsi, a intervenire per ritagliarsi  una foto, un titolo o un sommario su giornali e tg. E allora la domanda sorge spontanea: ma la mobilità ciclistica o “dolce” che pare sempre più un eufemismo buono solo per il marketing di politici a caccia di categorie votanti,  interessa davvero al nostro Parlamento?  Interessa nel senso che ci sono progetti seri per migliorare codici, leggi e soprattutto le strutture? La butto lì: c’è una proposta di legge in circolazione che punisca più severamente chi nei centri urbani non rispetta i 30 orari? C’è la voglia di scoraggiare davvero l’uso ( l’abuso) del telefonino alla guida? C’è la volontà di chi amministra di migliorare strade, segnaletica, di delimitare le banchine (ad esempio) con una linea gialla che già sarebbe un passo avanti? E si potrebbe continuare. Credo di no. E soprattutto credo che nel teatrino delle recite quotidiane valgano le parole. Ci stiamo ormai dimenticando del valore della parole, nel senso che molto spesso si dicono delle cose (tante cose) nella certezza che poi nessuno ricorderà, nessuno tornerà a puntualizzare. Sulla sicurezza dei ciclisti sulle strade in questi ultimi mesi di incidenti c’è stata la fila a pontificare. E invece non succederà nulla. Alla resa dei conti la realtà di quanto interessi politici investire ( seriamente) sulla mobilità ciclistica con tutti gli annessi e connessi è un’altra. «Ho sentito un politico dire che non possiamo puntare sulla bicicletta perché non siamo mica l’Olanda. Per noi  un panorama politico simile è sconfortante…” spiega Giulietta Pagliaccio, presidente della Fiab  all’indomani del suo intervento in ottava Commissione al Senato, dove diversi soggetti e associazioni sono stati convocati per discutere sul tema della mobilità sostenibile e sulle possibili linee guida da suggerire al Governo tra le pagine della prossima Legge di Bilancio in calendario dopo l’estate-«Stefano Vaccari, il Senatore del Pd, ha richiesto la nostra presenza- continua la presidente FIab- E di questo lo ringrazio perché significa che ci siamo guadagnati una certa credibilità nelle istituzioni. Confesso però che i tempi di intervento e il trattamento riservatoci mi ha dato la conferma che si stia puntando  su un futuro che dà poco spazio alle mobilità ciclistica.  Il Presidente della Commissione, Altero Matteoli di Forza Italia, ha liquidato la questione dicendo che l’Italia non è mica l’Olanda, dimenticandosi che l’Olanda non è nata terra di biciclette, ma ci è diventata con finanziamenti, infrastrutture, cambio di mentalità e decenni di lavori. In Commissione ho sentito poi che non è consigliabile andare in bicicletta in città per via dell’inquinamento eccessivo. Sono frasi che si commentano da sole, ma che intanto ci danno l’idea di un’ignoranza di fondo sul tema della mobilità ciclistica».