maldiIn bici alle Maldive. Quelle italiane, nel Salento…Che però meritano, che poco davvero hanno da invidiare. In bici alle Maldive è un piccolo sogno da realizzare, da regalarsi in un’estate torrida che nell’entroterra Salentino verso Lecce ti toglie il fiato, ti fa boccheggiare in un centinaio di chilometri dritti che più dritti non si può,  con un vento caldo che, manco a dirlo, ti soffia in faccia, ti asciuga ogni goccia di sudore e ti fa bollire l’acqua nelle borracce. Cento chilometri tra Galatone, Galatina, Copertino sfiorando Nardò e ritornando a Gallipoli, terra di mare dove il vento caldo diventa brezza e si fa sopportare. Poi si riparte. Si riparte costeggiando il mare, alla ruota di uno dei tre figli che ha l’ardore e la potenza della gioventù,  che ha gambe che mulinano, che non molla mai, che sembra un “derny” impostato alla velocità di giro capace solo di accelerare quando c’è qualcuno da superare. Ma le Maldive sono là in fondo, da andare a vedere, in un certo senso da conquistare, dopo la Marina di Mancaversa, Torre Suda, Torre San Giovanni dove il mare sparisce per una decina di chilometri lasciando il posto ad una litoranea che s’avventura nell’entroterra in un su e giù che a quasi 40 orari  non vedi l’ora che finisca. E finisce. Pagato il conto dopo Torre Pali si svolta a destra e ci si tuffa in mare. Così come si arriva, senza spogliarsi, come se fosse la seconda frazione di un triathlon senza regole e senza distanze. Ed è il sollievo che ti fa godere un’estate che in bici è ancora più estate. Poi arriverà il tempo delle mantelline e purtroppo sarà tutto finito…