” Non sono un medico ma se ci sono le regole vanno rispettate.  Non credo che Froome avesse intenzione di superare i limiti ma doveva stare più attento. Io ho fatto dei test al Coni per la valutazione di alcuni miei problemi e abbiamo notato che con l’uso di Ventolin qualcosa in capacità respiratoria si guadagnava. Non ricordo quanto ma si guadagnava…”. Vincenzo Nibali parla di Froome su Eurosport e, anche se prova ad essere diplomatico, non lo è affatto. Il caso c’è. E chissà quanto andrà avanti con buona pace di un ciclismo sempre più in crisi e con gli sponsor che scappano a gambe levate. E infatti il problema non è Froome o chissà chi altri come lui che  nei prossimi mesi, nelle prossime gare verrà sorpreso e fermato. Il caso è questo ciclismo e questa generazione di corridori magrissimi, anoressici, allergici, pallidi ed emaciati che tutto sono tranne che il ritratto della salute. Che il ciclismo faccia male? «Negli anni ci siamo resi conto che il panorama degli atleti è pieno di asmatici- spiega all’AGI Giuseppe Capua, presidente della Commissione vigilanza e controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del ministero della Salute-  Il problema è molto serio: bisogna capire chi assume il salbutamolo per problemi di salute e chi a scopo fraudolento». E ovviamente il discorso vale e può essere esteso a tutta un’altra serie di farmaci dalla doppia anima. «Il salbutamolo è una sostanza usata per le malattie bronco respiratorie di origine asmatica e quindi gode di una certa libertà di utilizzo entro determinate dosi- spiega Capua-  Favorisce la respirazione nei malati  ma come doping favorisce anche determinati meccanismi che influenzano il rendimento e le prestazioni dell’atleta». Ovvio. E per questo, secondo Capua, bisogna essere molto scrupolosi nel valutare le dosi. «Il test a cui verrà sottoposto Froome – ha continuato il medico – sarà determinante per fare chiarezza sulla sua situazione. Il problema è sempre lo stesso: capire con quale scopo una determinata sostanza viene usata.  Il rischio di ritrovarsi un nuovo caso Armstrong, che ha corso per anni usando sostanze che pensavamo servissero solo per curare il suo tumore al testicolo, purtroppo è reale…”. Dosi, test, bugiardini da leggere e rileggere, sostanze più o meno lecite, principi attivi, analisi e controanalisi…Ma come stiamo messi?