bik“Abebe the legend”. Le immagini in bianco e nero, i flash dei fotografi che rischiarano la notte romana e quella corsa infinita a piedi nudi verso il traguardo dell’oro olimpico.  Erano le olimpiadi di Roma 1960 e Abebe Bikila diventò quella sera un pezzo di quella leggenda infinita che è la maratona. Le sue due vittorie olimpiche a Roma e Tokyo,   il suo incidente e l’arrivo a Londra per l’inutile tentativo di salvargli le gambe. E poi la morte, a 41 anni, per ischemia cerebrale.  Una storia incredibile, bellissima e affascinante scandita dallo scorrere delle immagini della sua corsa romana a piedi nudi che sorprese il mondo. Un mondo in bianco e nero  che quella guardia del corpo personale dell’imperatore Haile Selassie neppure sapeva chi fosse. E probabilmente non sapeva bene chi fosse neppure chi sul sito istituzionale del Campidoglio,  questa mattina ha scritto che il maratoneta etiope sarebbe stato  la «guest star» della 20 esima edizione della Appia Run, manifestazione podistica in programma domenica prossima nella capitale . “Il campione olimpico di Roma 1960, l’ottantaseienne Abebe Bikila- era scritto sul sito del Campidoglio-  correrà insieme ai partecipanti…». Giusto il calcolo degli anni ma  ovviamente così non è perchè Bikila è morto il 25 ottobre del 1973 ad Addis Abeba n Etiopia. Una gaffe corretta e cancellata dopo una decina di minuti ma che  ha fatto subito il giro del web scatenando i commenti di appassionati e non. E che , come sempre accade, è diventato occasione di polemica politica con le ironie del gruppo capitolino del Pd : «Il Movimento 5 stelle ha poteri divinatori…Magari li utilizzi per chiudere le buche di Roma».