Bjorn_Borg_2Un passante lungo linea di rovescio ( ovviamente a due mani) che non lascia scampo. Come sul centrale di Wimbledon. Björn Borg  quando giocava aveva le idee chiarissime quando vedeva l’avversario che avanzava verso rete.  E il campione svedese pare averle anche nelle sua azienda che a Stoccolma produce abbigliamento: un’ora obbligatoria di sport la settimana per i suoi dipendenti,  ogni venerdì dalle 11 a mezzogiorno e chi non si adegua è invitato a cercarsi un altro lavoro. “Se si vuole che tutti si sentano bene e diano il meglio, e se vuoi ottenere risultati nel lungo termine, c’è bisogno che tutti facciano attività sportiva- spiega  Henrik Bunge, ceo dell’azienda dell’ex campione di tennis- Secondo uno studio dell’Università di Stoccolma, fare sport in orario di lavoro genera benefici sia per i dipendenti che per i datori di lavoro”. Detto, fatto. Così la Björn Borg  rende obbligatoria l’ora di sport al lavoro ma non è la sola azienda a farlo, seguita a ruota dalla  Kalmar Vatten (azienda che si occupa del trattamento dell’acqua pubblica) e dalla Rotpartner ( azienda di consulenza nel settore edilizio). E i sindacati? E le associazioni che si occupano di tutela dei lavoratori? Da noi ( ma non solo da noi) avrebbero probabilmente scatenato il finimondo ma la Svezia in questo senso è un mondo a sè. Però i dati confermano la bontà delle scelte. da quelle parti infatti il  70% delle persone pratica attività fisica almeno una volta alla settimana, il 51% due o tre volte e una ricerca dell’Università di Stoccolma del 2014 riconosce che fare sport durante la giornata lavorativa riduce dell 22 per cento i casi di malattia, genera benefici , maggiore produttività e team piu’ affiatati. Ecco perché tra i benefit aziendali, alcuni datori di lavoro offrono ai dipendenti corsi gratuiti dei loro sport preferiti. L’Orso svedese fa quasi un altro slam: gioco, set e partita…