kipTappa e maglia. Il trentatreenne keniano Eliud Kipchoge ha vinto la maratona di Berlino stabilendo il nuovo record del mondo coprendo la distanza dei 42 km e 195 metri in 2 ore, 1 minuto e 40 secondi. Il precedente record era stato realizzato sullo stesso percorso nel 2014, da un altro keniano, Dennis Kimetto in 2:02:57. E’ il più grande miglioramento nella maratona mondiale da quando Derek Clayton abbassò il suo record di 2 minuti e 23 secondi nel 1967. Ma in realtà Kipchoge quel record lo aveva già battuto un anno e mezzo fa nelle sfide che, con Beaking2, Nike aveva lanciato per abbattere il muro delle due ore. Era l’alba del maggio 2017 quando alle 5.45 sulla pista dell’Autodromo di Monza era partito l’attacco. Sotto le due ore per scrivere una storia che forse è tutta un’altra storia. Storia di un record avrebbe segnato la nuova frontiera di un marketing e di una comunicazione vincente.  C’era tutto. Erano mancati però 25 secondi a chiudere un cerchio, Eliud Kipchoge, Lelisa Desisa e Zersenay Tadese Kenia, Eritrea, Etiopia avevano cancellato il record mondiale firmato da Dennis Kipruto Kimetto in una gara vera ma il muro aveva resistito.  Test su test, prove di materiali, allenamenti studiati ed anche uno staff di psicologici per non fallire che forse sono tornati utili anche oggi. E ora si riparte. Alla ricerca di un risultato che non è solo sportivo. Una maratona sotto le due ore, secondo i ricercatori canadesi della Facoltà di Matematica dell’ Università canadese di Montreal, che hanno elaborato un modello empirico relativo all’ incremento delle prestazioni umane nella corsa analizzando  la capacità del metabolismo anaerobico e la potenza aerobica massima nelle varie fasi dello sforzo,  secondo i loro calcoli sarà possibile nel 2030. Ma succederà prima…