icSe Maometto non va alla montagna…Sono i medici che escono dagli ospedali e vanno a spiegare cos’è la prevenzione incontrando i cittadini prima che diventino pazienti. La formula è semplice e funziona. Una breve relazione sull’ictus e sull’infarto, come si riconoscono, quali sono i comportamenti virtuosi e quelli a rischio e poi la parola alla platea che, con mille domande, prova a farsi chiarire ogni dubbio. «La prevenzione passa dall’Informazione» è stato il tema di una serata, organizzata nel Collegio dei padri Oblati di Rho con il contributo di Boehringer Ingelheim dal professor Giuseppe De Angelis, direttore Uoc Cardiologia dell’Asst Rhodense- Ospedale di Rho e dal dottor Giovanni Luca Botto, responsabile di elettrofisiologia ed elettrostimolazione dell’Asst Rhodense.

Due ore e mezzo per rendersi conto e toccare con mano, nell’era di internet e delle diagnosi «incerte» cercate su Google da 8 adulti su dieci, che i medici restano l’unico punto fermo per chi ha (o crede di avere) problemi di salute. «Le malattie cardiovascolari e ischemiche- spiega il prof De Angelis- sono oggi la prima causa di morte nel nostro Paese. La prevenzione è fondamentale ma bisogna pensarci già da giovani. Fumo, diabete, ipertensione, obesità e familiarità sono tutti fattori di rischio che devono essere tenuti sotto controllo.

E da noi non si fa ancora abbastanza: il 33 per cento dei nostri pazienti, tanto per fare un esempio, non sa di essere iperteso, non si è mai provato la pressione e quando viene in ospedale non sa dare risposte. Dopo i 40 anni invece almeno una volta l’anno la pressione andrebbe controllata». Non solo. In tanti (troppi) ancora fumano, in tanti (sei pazienti su dieci) sono sovrappeso in pochi ( troppo pochi) fanno ogni giorno almeno mezz’ora di regolare attività fisica. «Con l’eta i sistemi di pulizia delle arterie vengono meno- spiega il direttore di cardiologia di Rho- quindi è importante modificare molte errate abitudini di vita cominciando dalla dieta limitando i dolci, le carni rosse e i grassi e dare preferenza a carboidrati, verdura, frutta, carni bianche e pesce».

Scelte. Che vanno condivise con i medici con cui i pazienti, quando si parla di prevenzione, devono assolutamente collaborare perchè il rapporto fiduciario è la base da cui partire: «Per quanto riguarda l’ictus la prevenzione è fondamentale- spiega il dottor Botto- Il nostro cuore è fatto per battere regolarmente e quando ci sono disturbi del ritmo ci sono segnali che bisognerebbe essere in grado di cogliere ad esempio anche con la semplice palpazione del polso”.

La fibrillazione atriale colpisce il 2 per cento delle popolazione che significa 1 milione e 200 mila persone. Un problema che riguarda perlopiù gli over 60 e quindi sempre più sentito visto che il Paese sta invecchiando. L’ictus è la prima causa di invalidità permanente ed ha costi altissimi: 20mila euro per ogni paziente, 6 mila euro per la famiglia, 23mila euro per le capacità lavorative perse. Solo considerando questo si capisce che tutto ciò he si destina alla prevenzione non è una spesa ma un investimento». E la tecnologia in questo senso offre opportunità fino a qualche anno fa impensabili: «La telemedicina permette già oggi a molti ospedali di tenere sotto controllo l’elettrocardiogramma dei pazienti a rischio- spiega Botto- Che possono inviarlo grazie ad una app scaricata sullo smartphone oppure attraverso piccoli sensori sottopelle che collegati ad internet inviano dati in tempo reale. In questo modo la situazione cardiaca è sempre sotto controllo».