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Yangtze, Indus, Yellow, Hai, Nile, Meghna Brahmaputra, Pearl, Amur, Niger e Mekong sono i dieci fiumi più inquinati del pianeta. Sono quelli che ogni giorno trasportano milioni di tonnellate di plastica nell’Oceano che si accumula nelle aree in cui convergono le correnti. Solo un esempio per rendersi conto dell’enormità: lo Yangtze in Cina, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology,  porta al mare fino a 1,5 milioni di tonnellate di plastica ogni anno mentre quelle del Tamigi sono solo 18.  Difficile anche immaginarlo. E se  molti conoscono il Great Pacific Garbage Patch, l’”isola di plastica” nel Pacifico che è ormai 5 volte più grande della superficie della Francia,  pochi però si chiedono da dove arriva tutta questa plastica? L’80% proviene dai fiumi e in particolare dai fiumi che Alex Bellini, l’esploratore dell’Aprica, navigherà nella sua nuova spedizione che durerà tre anni.  Bellini, 40 anni, sposato con due figlie, è da sempre molto sensibile ai temi ambientali che ha sempre legato alle sue imprese sportive che lo hanno portato spesso nelle zone più impervie del mondo. “Con  10 Rivers 1 Ocean – spiega sul suo sito- cercherò di favorire un nuovo senso di comprensione e rispetto per il nostro pianeta e l’ambiente più minacciato: l’ecosistema dei fiumi.  La spedizione servirà come motivazione per sbloccare l’urgenza di agire…” Navigare per raccontare il problema globale della plastica, navigare per rendersi conto dei danni e per denunciare : “Spesso associamo la plastica al mare, alle spiagge e alla fauna marina, senza considerare la vera origine di quel materiale- racconta Bellini-. L’80% della plastica che inquina oggi il mare è invece di provenienza fluviale. Navigherò per sensibilizzare il mondo sul tema. Userò imbarcazioni che costruirò di volta in volta raccogliendo materiali di riciclo che troverò lungo i fiumi”.  Sarà un lungo viaggio come sempre sono le avventure di questo “marinaio” di montagna che continua a sorprendere. Che si spinge dove molti neppure immaginano, che ha sfidato i deserti,  i ghiacci dell’Alaska, che ha attraversato gli Stati Uniti di corsa e che su una barca a remi ha unito gli Oceani in due traversate solitarie. Ora l’asticella si alza ancora un po’. “Con il fisico e con la testa- come scrive nel suo ultimo libro “Oltre”-  perchè nel nostro cuore tutti sappiamo che il limite che oggi ci frena, qualunque esso sia, può essere superato. Ma spesso non sappiamo dove cominciare…”. Un po’ come sta capitando con questa onda di plastica che sta soffocando gli oceani. Arriva dai fiumi: e da lì si comincia…