dogNon conta la vittoria di pochi giorni fa in Israele in un “mezzo” tra i più tosti in circolazione. Anche perchè poi l’Israman l’aveva già vinto. Non conta perchè Martina Dogana non aveva bisogno di vincere per di dimostrare qualcosa: già fatto. Già scritte le  pagine più importanti nel triathlon tricolore. Già messa la maglia della nazionale, già portato a casa un Ironman a Nizza,  già stata per ben due volte alla finale mondiale di Kona,  già vinto un titolo europeo a squadre nella distanza lunga, già dominate   gare del world tour, del Challenge e già vinti titoli italiani ( tanti). Martina Dogana sul traguardo di Eilat aveva bisogno di vincere solo per se stessa, per farsi il regalo più grande che la risarcisse di quest’ultimo anno e mezzo vissuto a rincorrersi. Per premiare la sua tenacia, la sua caparbietà, la capacità di guardare avanti nonostante tutto. Per ritornare a pari con la sfortuna, per dimenticare Vicenza e quell’auto che l’ha travolta un anno e mezzo fa mentre si stava allenando con Irene Coletto, per mettere una pietra sopra a fratture, ospedali, terapie e fisioterapie. Per cancellare le paure. Per cancellare i dubbi perchè poi, quando riprendi,  non è più come prima e se non si ricomincia da zero poco ci manca. Aveva bisogno di vincere perchè era a credito. Perchè ha conservato il sorriso anche quando le veniva da piangere. E perchè forse era stufa di sentirsi chiedere ogni volta ” come stai” e non più “come è andata la gara?”.  Così in 5 ore e mezzo ha rimesso le cose a posto e non era così scontato. E’ andata a riprendersi ciò che in tutti questi mesi forse ha sognato, immaginato, sperato. E che in qualche momento di sconforto forse le sarà sembrato assolutamente impossibile. E invece sul traguardo di Eilat è arrivata davanti a tutte, ha alzato le braccia al cielo e ha tirato un sospiro di sollievo. Contenta, contentissima come ha scritto su Facebook anche se non è stato facile. In tanti lo sanno, in tanti lo immaginano, a qualcuno magari non importa… Ma in fondo chissenefrega. Vincere qui non contava per gli altri. Contava solo per lei…