nardi-ballard“Col cuore pesante vi informiamo che gli elicotteri dell’aviazione pakistana non sono riusciti a condurre il team di soccorso capitanato da Alex Txikon al campo base del Nanga Parbat, a causa delle nevicate che hanno ricominciato a cadere copiose sulla montagna. Vista la situazione meteo e i rischi in termini di sicurezza, i piloti hanno deciso di atterrare a Jaglot e alla fine di ritornare a Skardu. Un nuovo tentativo è previsto per domattina, tempo permettendo…”.  Niente. Non ce l’hanno fatta ad atterrare sul campo 1 dove, l’ufficiale di collegamento e l’alpinista Ali Sadpara, con gli altri due  pakistani, avevano predisposto le piazzole di atterraggio. Comanda la montagna, comanda il maltempo che lassù lascia poche “finestre” aperte, obbliga a lunghe attese nelle tende dei campi base, obbliga e rinviare ancora l’ultimo, disperato ,tentativo di andare a cercare con i super-droni dell’alpinista basco Daniele Nardi e Tom Ballard che dal 24 febbraio sono lì da qualche parte ai seimila metri dello Sperone Mummery, il Dente del Gigante, la via più affascinate ma anche più pericolosa per arrivare sulla cima del Nanga Parbat. Tutto fermo quindi. Si aspetta e più si aspetta più la speranza svanisce. “Non ha più senso… Non c’è più speranza” ha detto ieri Stefania Pederiva,  la fidanzata di Tom Ballard, al Sunday Times. E chissà cosa le è costato dirlo. Ma più passano le ore più la realtà diventa un incubo. Che ben conosce chi lassù c’è stato, come Reinhold Messner, l’unico ad essere passato dal quello sperone in piena emergenza ed in discesa per tentare di salvare suo fratello Guenther, poi morto travolto da una valanga: “Purtroppo la speranza di trovarli vivi è prossima allo zero- aveva detto nei giorni scorsi  l’alpinista altoatesino, oggi 74enne, passato alla storia della montagna per essere stato il primo a conquistare tutte le 14 vette sopra gli 8000 metri della Terra- Probabilmente sono stati uccisi da una grande valanga. Da quella parete scendono pezzi di ghiaccio grandi come case. Nella zona alta il ghiaccio è vivo, spinge sui seracchi e quindi i blocchi  si staccano». Domattina comunque si prova ancora. Gli elicotteri cercheranno di portare la squadra spagnola di soccorso ai piedi dello Sperone poi toccherà ai droni  alzarsi per scovare un dettaglio o un segnale. Si continua. Si continua grazie alla tenacia delle famiglie, alla determinazione dell’ambasciatore italiano a Islamabad Stefano Pontecorvo che si è fatto in quattro perchè nulla restasse intentato, alla solidarietà degli alpinisti partiti e pronti a partire. E si continua anche grazie ad una raccolta fondi su internet per aiutare le ricerche che i pochi giorni ha raggiunto i 106mila euro: “Per noi Daniele non è solo un amico, ma anche un fratello – si legge nella presentazione sulla pagina del sito gofundme.com -. Una fonte di ispirazione per la sua determinazione, semplicità e soprattutto amore per la vita. Vogliamo ricambiarlo con un piccolo gesto e non lasciare nulla di intentato, affinché Daniele e Tom tornino a casa”. Le somme non utilizzate saranno devolute alle scuole del Pakistan.