pugChe poi uno dà un’occhiata alle cifre e capisce che le chiacchiere stanno a zero. Che sulla bici servirebbe puntare decisamente, crederci davvero senza fare troppa propaganda politica per lasciare poi tutto (molto) come sta. Investire perchè, tra crisi, ristrutturazioni, esuberi ed una economia che singhiozza nei settori che una volta erano essenziali e oggi non funzionano più, una delle poche bilance attiva resta, come sempre, il turismo in tutte le sue declinazioni.   E i numeri parlano abbastanza chiaro, soprattutto quelli del primo rapporto su Cicloturismo e cicloturisti in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente, presentato a Roma nel corso del BikeSummit 2019.

Nel nostro Paese sempre più turisti si muovono in bici. Le presenze cicloturistiche rilevate nel 2018, nelle strutture ricettive e nelle abitazioni private, ammontano, infatti, a 77,6 milioni, pari cioè all’8,4% dell’intero movimento turistico in Italia. Si tratta cioè di oltre 6 milioni di persone che hanno trascorso una vacanza utilizzando più o meno intensamente la bicicletta.  I cicloturisti sono aumentati del 41% in cinque anni, dal 2013 al 2018, e oggi generano un valore economico pari a 7,6 miliardi di euro all’anno. Una cifra enorme che porta a quasi 12 miliardi di euro il valore attuale del Pib (Prodotto interno bici), ovvero il giro d’affari generato dagli spostamenti a pedali in Italia, calcolando la produzione di bici e accessori, delle ciclo-vacanze e dell’insieme delle esternalità positive generate dai cittadini in bicicletta.

Le ciclovie sono una straordinaria opportunità per l’economia. “Oggi più che mai- spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente- rappresentano una straordinaria opportunità per il turismo, l’occupazione, ma anche per le aree interne del nostro Paese. È quindi evidente che l’Italia, con tutto il suo patrimonio culturale, artigianale e industriale, ha di fronte la necessità di una revisione radicale del suo modello di trasporti. La strada è tracciata, ed è una ciclovia”.  Secondo Zampetti, “ora serve dotare il nostro Paese di un osservatorio per il cicloturismo in grado di produrre un flusso di  dati che costituisca un valido supporto per le decisioni politiche e soluzioni concrete e produttive in modo da continuare con decisione e rapidamente il percorso di realizzazione delle infrastrutture avviato  negli anni scorsi”.

Un Paese ciclisticamente immaturo.  Anche qui parlano purtroppo i numeri.  L’impatto economico del cicloturismo è rilevante ma per quanto riguarda la ciclabilità il Paese è ancora inadeguato così come è ancora insufficienze la rete logistica e di accoglienza per chi decide di muoversi in bici per fare vacanza. E forse è proprio per questo che nel nostro Paese  ancora non si pedala così tanto quanto in altre nazioni europee: sono stimate  circa 440 bici ogni 1.000 abitanti, mentre nei Paesi Bassi o in Germania il rapporto è quasi di 1 a 1. Nonostante ciò, dal solo settore produttivo della bicicletta arrivano 1,3 miliardi di euro l’anno, per oltre 1,7 milioni di pezzi venduti, con un export in crescita del 15,2% (dati 2017).

Il Sud non sta in scia.   Nonostante un quinto dei turisti italiani che si muovono in bici provenga dalla campania le principali destinazioni di soggiorno  sono tutte collocate nell’area settentrionale del paese :Trentino, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana. Il Sud è assente nonostante la meraviglia delle sue regioni e dei suoi luoghi dove però si pedala abbandonati a se stessi, senza indicazioni e strutture.  La Germania è, invece, il principale mercato estero per chi fa vacanza in bici  seguita da Francia, Stati Uniti e Regno Unito.

Chi sono i cicloturisti. Entrando nel dettaglio delle tipologie dei turisti attivi, Isnart ha stimato in 21,9 milioni le presenze che rientrano nel raggruppamento del cicloturista in senso stretto  cioè chi considera la bici un vero e proprio mezzo di locomozione per vivere la vacanza in una determinata località, pari al 13% delle presenze generate dal turismo attivo ed al 2,4% del totale nazionale. Sono tuttavia i turisti ciclisti  cioè chi durante la vacanza fa escursioni in bici o si dedica al ciclismo, per il quale la bicicletta è intesa soprattutto come mezzo episodico per svolgere un’attività fisica e sportiva a rivestire un ruolo ancor più rilevante nel macrocosmo della vacanza attiva: 55,7 milioni sono le  presenze stimate nel 2018.