ristLa sostenibilità sta diventando la parola d’ordine.  Prodotti sostenibili,  città sostenibili, aziende sostenibili tutto più o meno sostenibile tant’è che spesso sorge il sospetto che più che la capacità di  vendere, produrre o agire in maniera sostenibile sia il marketing a dettare le regole del gioco. Lo sport, ad esempio, rispetta l’ambiente? Quasi mai. Basta dare un’occhiata ai bordi delle strade quando si corre o si pedala. Basta vedere cosa succede ai ristori delle gare, della maggior parte delle gare. Poi per fortuna c’è chi raccoglie, c’è chi pulisce, chi rimette tutte le cose a posto. Fa parte della nostra cultura gettare tutto a terra.  Chissà perchè poi. Forse perchè fermarsi a un ristoro, bere e poi gettare il bicchierino di plastica in un bidone ci fa sentire meno campioni? Saranno quei venti secondi a fare la differenza? Non sempre è così va detto. Molto sta cambiando e dalla Maratona dles Dolomites alla Cortina-Dobbiaco alla Milano Marathon, alla Sellaronda Hero, ad altre gare ancora, ad Ecorace nel triathlon  molti sforzi per rendere le corse ecocompatibili si stanno facendo.  Anche se lo sforzo andrebbe fatto all’origine: via la plastica, via scatole, involucri, tanto materiale di cui, con un piccolo sforzo, se ne potrebbe davvero fare a meno. Poi piano piano toccherà provare a rendere ecocompatibili anche runner e ciclisti. E sarà più dura. Intanto però qualcosa si muove.  L’impegno è quello di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di una gara ma non a parole. Ridurre al minimo i consumi energetici, stampare tutto il materiale informativo su carta riciclata o non stamparlo affatto,  usare piatti e posate ecologiche, prevedere menu di prodotti gastronomici a «km zero».  E ci sono sigle e parametri che riconoscono agli organizzatori che li rispettano i giusti meriti.  Ma bisogna fare altro ancora. Prevedere in prossimità delle zone di ristoro aree di raccolta di rifiuti in cui gli atleti possano correttamente gettare gel usati, carte di barrette e tutto quanto normalmente consumano durante una gara. E inserire nel regolamento la norma che chi non lo fa viene squalificato. Qualche anno fa il vincitore della Maratona dle Dolomites perse il titolo proprio perchè a pochi chilometri dal traguardo aveva gettato in terra la carta di una barretta. E non si discute se è giusto e sbagliato. E’ così e basta, si sa dall’inizio e la via è quella. Vince chi va più forte ma anche chi è più sostenibile. Così non si fanno solo chiacchiere…