sab«Race Across Limits» è sempre qualcosa in più di un viaggio. E un’avventura, una lunga fatica per cercare qualcosa che si è perso, per ritrovarsi, per riprendere in mano una vita che il destino ha provato a sfilarti. Ma è soprattutto un sogno a pedali per  permettere anche ad altri di sognare e che questa volta regalerà speranza ( e fondi) al progetto Raise di Come Collaboration onlus dedicato alla cura e alla assistenza dei neonati prematuri e dei bimbi disabili. Sabrina Schillaci, architetto di Besana Brianza che già lo scorso anno si era messa in viaggio da Monza a Compostela per la stessa causa, riparte. E riparte due volte. Domattina per attraversare l’Italia da Nord a Sud, dalla Lombardia alla Puglia percorrendo la costa adriatica fino a Polignano a mare. Dieci giorni, dieci tappe, dieci incontri per parlare della sua prossima impresa, per incontrare atleti, ciclisti, amici ma anche per partecipare al Cala Ponte triweek (www.calapontetriweek.com) un triathlon dove, con il giornalista di Triathlete Fabio d’Annunzio che pedalerà e racconterà il viaggio con un diario quotidiano, farà parte di “Tri Chance”una staffetta  con i detenuti del carcere figlia di un progetto di “riscatto” pensato e realizzato con la necessaria caparbietà nella casa circondariale di Trani. E questo è solo l’antipasto. La seconda tappa di Race Across Limits  partirà a metà luglio: “E’ la sfida di quest’anno- spiega sul suo sito Sabrina Schillaci–  4mila chilometri  con oltre 45 mila metri di dislivello in sella alla mia bici partendo da Besana in Brianza verso le montagne sul confine italo francese:  passeremo da Briancon, Embrun, pedaleremo nei Parchi montuosi più affascinanti e giungeremo in Provenza che lasceremo solo per costeggiare i Pirenei che ci porteranno a Biarritz da dove intraprenderemo il più selvaggio Cammino del Nord verso Santiago de Compostela. Giungeremo davanti alla Cattedrale di Santiago per poi percorrere il Cammino Francese e arrivare a Nizza in Costa Azzurra”. Fine. Ma è solo l’inizio perchè chilometro dopo chilometro, tappa dopo tappa, il viaggio, come è successo lo scorso anno, diventerà l’occasione per incontrare persone, far conoscere il progetto per cui si stanno raccogliendo fondi,  socializzare e condividere.  “L’idea è nata un po’ per caso- racconta- Due anni fa durante un lungo allenamento di bici in preparazione dell’Ironman di Nizza, mi sono ritrovata a pensare che la rabbia che avevo provato nei confronti di un destino che ritenevo ingiusto e che aveva, dopo un tuffo in mare, obbligato su una sedia a rotelle mio marito cambiando la prospettiva della nostra vita, si era dileguata lasciando il posto ad un senso di gratitudine per l’opportunità che mi era stata data, cioè quella di crescere, migliorare e soprattutto cominciare ad apprezzare realmente ciò che avevo…”.  Un’altra avventura. Un altro futuro che non sempre è come ti aspetti, che non è scritto da nessuna parte.  La normalità di una vita che ritrovi quando meno te l’aspetti,  quando all’improvviso i conti tornano. E non importa se se su una bici a pedalare…Anzi.

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