bartali

Gino Bartali, “Un santo in bicicletta”  è la storia a tutto tondo di un eroe nazionale. Vita, imprese, fede di un campione ma soprattutto di un uomo che fa parte ormai a  pieno diritto della storia popolare del nostro Paese.  Un racconto, dal taglio inedito, di come egli abbia risposto alla personale chiamata verso la santità nella vita di tutti i giorni, dentro una storia epica (l’attentato a Togliatti, i fatti di Trieste, la grande rivalità con Fausto Coppi) e allo stesso tempo quotidiana. scritto da Angelo De Lorenzi  in un libro, da pochi giorni nelle librerie. Duecentododici pagine per raccontare la fede schietta di Bartali, dalla scelta di diventare terziario francescano alla speciale devozione per la figura di santa Teresina di Lisieux. Per ricostruire le ragioni di  come una fede autentica e senza glosse del Vangelo – come ha testimoniato Santa Teresina – abbia portato Bartali ad accettare di aiutare gli ebrei perseguitati, quando tra il 1943 e il 1944, percorse decine di volte il tragitto Firenze-Assisi in sella a una bicicletta che nascondeva  nel telaio fotografie e documenti di identità contraffatti. “Tutto giusto, tutto da rifare…” si potrebbe quindi dire.  Così’ andrebbe cambiata così la sua frase più famosa. Perchè in questo caso non c’è nulla di sbagliato e non stiamo parlando di una vittoria di un Giro o di un Tour. Ci sono azioni che entrano nella storia in silenzio e che fanno la storia senza clamori perchè come diceva spesso Bartali a suo figlio Andrea  “il bene si fa ma non si dice e sfruttare le disgrazie degli altri per farsi belli è da vigliacchi”. Racconti di altri tempi che danno la dimensione delle persone, dei protagonisti e della vita: com’era e come adesso è cambiata.. Così non c’è nulla di sbagliato se il Bartali oggi è  «Giusto tra le nazioni», nominato  dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoah di Gerusalemme. «Giusto tra le nazioni» è chi tra i non-ebrei si è distinto per il suo eroismo nell’aiutare le vittime dell’Olocausto. E Bartali come si legge sul sito Yad Vashem “Era un devoto cattolico che nel settembre del 1943 giocò un ruolo importante nel salvare gli ebrei attraverso la rete creata da Elia Dalla Costa, l’arcivescovo di Firenze a cui  era molto legato, già riconosciuto tra i Giustì nel 2012″.  Angelo De Lorenzi,  giornalista appassionato di ciclismo, è già autore di molte altre pubblicazioni come ” Il collezionismo nel mondo della bicicletta” (Ediciclo Editore, 1999), ” E non chiamatemi (più) Cannibale. Vita e imprese di Eddy Merckx (Limina, 2003), “Vigorelli e altre storie” (Youcanprint, 2018). Con Mimep-Docete ha pubblicato  due anni fa ” Medjugorje ieri e oggi” e lo scorso anno “Paolo VI il Santo della Vita”.