fonta2Non finisce mai Daniel Fontana. Contro il tempo, contro gli avversari, contro il buonsenso forse anche contro la logica . Alla sua età, a 43 anni,  continua a mettersi alle spalle tanta bella gioventù. E’ un fatto di classe, di muscoli, di cuore ma soprattutto di testa. Bisogna far ragionamenti seri per restare così a lungo sulla breccia. Bisogna crederci, aver la stoffa , saper rischiare, osare. Ma anche saper perdere, rimboccarsi le maniche e ripartire, ricominciare. Ad una certa età non è facile. Non è facile nulla a certi livelli. Decidere, continuare, arrendersi, resistere, competere, accettare i consigli…Tutti verbi all’infinito come infinita pare la carriera di questo triatleta argentino della Patagonia regalato all’Italia a cui tutto il movimento azzurro deve molto per una storia che resisterà nel tempo e che ha ancora un’appendice. Che andrà al di là dei social, dei video postati, delle passerelle che svaniscono come neve al sole. Qui si ferma il tempo. Alle Hawaii si ferma il tempo perchè Daniel Fontana, unico italiano della lista dei Pro al via, anche quest’anno sarà a Kona, la terra promessa, l’ombelico del mondo del triathlon, punto di partenza perchè lì e cominciato tutto e punto d’arrivo perchè tutti lì sognano di andare.  Sarà il più  anziano in gara che vuol dir tutto ma può anche non voler dir nulla: . “Questa qualifica è per me una delle maggiori stelle al valore di carriera da appuntarmi sulla divisa- racconta- Ovvio, non sono più oggi l’atleta delle Olimpiadi di Atene e Pechino. Non sono quello delle World Cup, dell’argento mondiale di Clearwater o del primato italiano Ironman di Panama City e probabilmente nemmeno quello della prima vittoria nel circuito mondiale di Los Cabos. Ma sono qualcosa di nuovo di cui vado fermamente fiero. Da giovane  le qualifiche olimpiche e le top ten in Coppa del Mondo sono stati risultati muscolari, arrivati grazie ad una fame insaziabile . Da atleta maturo, le vittorie e i record sono stati risultati di profitto, raccolti grazie all’applicazione quotidiana e a tutto il lavoro seminato prima. Da vecchio, oggi, queste eccellenze sono risultati di intelligenza e d’’esperienza”. E’ il suo “romanzo” come dice lui.  E’ il suo viaggio nel tempo dove ogni volta, per arrivare dove arriva, gli tocca scrivere un capitolo sempre più complicato perchè lo sport è sacrificio e il triathlon forse ancora di più. E perchè gli anni ti cambiano, la vita ti cambia e i figli ti cambiano…”Ciò che mi rende oggi fiero di questa qualifica -spiega- è la consapevolezza di essere stato capace negli anni di trasformarmi, adeguarmi, mettermi  in discussione. La capacità di aver saputo leggere nel tempo il mutare delle situazioni ed essere riuscito a cambiare, giorno dopo giorno, l’immagine di me stesso allo specchio; accettando quello che vedevo mutare e adeguando le armi ai nuovi campi di battaglia, per riuscire sempre e comunque a portare a casa le vittorie più prestigiose. Questo è il me stesso che porterò a Kona su quella difficilissima linea di partenza. E questo è il me stesso che ogni giorno oggi offro alle aziende che lavorano con me, agli atleti che alleno, ai ragazzi che mi chiedono consigli la mattina a bordo vasca in DDS”. Il resto è una storia che sembra non finire mai, che alle Hawaii continua e che, ancora una volta, sarà diversa, una storia tutta da raccontare. Magari ai ragazzi…Magari a suo figlio.