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Al settimo cielo. I titoli tricolori del triathlon olimpico viaggiano veloci sulla strada che da Settimo Milanese porta a Cervia.  Oro argento e bronzo tutto targato Dds nella gara femminile  con Ilaria Zane nuova campionessa italiana davanti alle compagne di squadra Alessia Orla, che due settimane fa aveva vinto gli assoluto sulla distanza sprint, e a Luisa Iogna Prat. Oro nella gara maschile per Michele Sarzilla, portacolori del Raschiani Triathlon Pavese che però si allena sempre a Settimo con  7MPSquad guidato da Simone Diamantini e Fabio VedanaBottino quasi completo, insomma. L’atleta bergamasco si è messo alle spalle Luca Facchinetti (707), alla sua ultima gara e in lacrime sul traguardo, e Matthias Steinwandter (C.S. Carabinieri). Per quanto riguarda la classifica Under 23, il nuovo campione italiano è Nicola Azzano (Minerva Roma) davanti al suo compagno di squadra alla Minerva Roma Valerio Cattabriga e Federico Spinazzè (Silca Ultralite). Tra le ragazze il titolo va invece a Alessandra Tamburri (Minerva Roma) davanti a Costanza Arpinelli (Minerva Roma) e Sharon Spimi (The Hurricane). “Ho voluto tanto questo titolo – spiega al traguardo Ilaria Zane – L’ ho cercato per tanto tempo e finalmente è arrivato. La condizione generale non era ottimale ma  sono riuscita a concentrarmi, stare sul pezzo e a godermi il momento. È stata una gara intensa  mentalmente molto impegnativa:  sono sempre stata nel gruppo di testa anche se non sai come rispondono veramente le gambe fino a quando non scendi dalla bici.  Ma quando sono partita a correre  ho capito che era il giorno giusto…”.  Giornata perfetta anche per Michele Sarzilla che con il titolo italiano corona  una stagione da incorniciare  con una striscia impressionante di vittorie dal Triathlon olimpico dell’idroscalo a quello di Polignano a mare, dal DeejayTri al triathlon di Bardolino al titolo  italiano nel campionato di Olimpico no draft  a Iseo fino alla vittoria nello sprint di Ledro: “Un successo del genere ti fa stare veramente bene – racconta –  questa vittoria è senza dubbio la più prestigiosa. La gara è stata una metafora della vita, come se bisognasse  sfondare una porta dietro l’altra con il passare dei chilometri. Il nuoto è stato duro e  in bici il gruppo era nervoso, poco ordinato, si sgomitava. Ma io sapevo che potevo giocare bene le mie carte nella corsa: l’olimpico è la mia distanza. Sono sincero, mi spiace che Luca  (Facchinetti) non abbia trionfato nella sua gara d’addio, ma le competizioni sono anche questo. E tagliare il traguardo da vincitore davanti ad un atleta del suo calibro è un grande valore aggiunto”.