poliC’è un reparto corse al Politecnico di Milano. C’è da quindici anni in realtà, strutturato come un vero e proprio team di Formula Uno e capace di mettere in pista monoposto a ruote scoperte che sono un po’ le F1 della Fornula Student, il mondiale tra le Università. Come ogni anno in questo periodo si riparte. Si riaccendono i motori ma la sfida, presentata pochi giorni fa sulla pista del Circuito di Monza, è tutta nuova perchè il Dynamis Prc gareggerà non più con un propulsore a scoppio ma elettrico, come sempre pensato, progettato e realizzato dagli ingegneri dei vari corsi dell’Ateneo.

Tutto è cominciato nel 2004 quando a cinque studenti venne in mente l’idea di creare al Politenico un reparto corse. E quello che una volta era solo un gruppo di universitari con una passione in comune, ora è una vera e propria azienda che impegna cento studenti tra i 19 e i 25 anni con responsabili dei vari reparti di progettazione, direttori tecnici, un team leader che gestisce e organizza ogni attività esattamente come un CEO fa con una grande multinazionale. I ragazzi fanno tutto, grazie agli studi universitari e alle conoscenze tecniche e pratiche che spaziano dalla meccanica, all’aerodinamica, all’elettronica fino alla gestione d’impresa. E i soldi? «L’università stanzia un budget iniziale da cui prende inizio l’attività- spiegano al team Dynamis- ma parte del nostro lavoro consiste anche nella ricerca di collaborazioni con sponsor. Si tratta di aziende che vogliono investire sui giovani italiani, che credono nel progetto e che vogliono sfatare il mito dei cervelli in fuga»

Un «gioco» che quindi è diventato una faccenda seria. La Formula Student non è come un normale Gran Premio di Formula 1. Ogni sfida si disputa in un Paese diverso ed è divisa in due sessioni, una statica e una dinamica. «L’evento statico- spiegano al team Dynamis- consiste in una valutazione del Design, in cui conta esclusivamente l’aspetto tecnico della vettura, in un Cost Report, dove si considera l’aspetto economico e infine in una prova denominata Business Plan, dove si valuta la capacità di realizzare una strategia di marketing completa riguardo alla macchina». Gli eventi dinamici invece consistono nel testare direttamente in pista la vettura realizzata. Quest’ultima dovrà affrontare quattro diverse prove: Acceleration, Skidpad, Autocross ed Endurance&Efficency, le quali mostreranno ai giudici rispettivamente accelerazione, bilanciamento, miglior tempo sul giro e affidabilità del prototipo progettato.

Lo scorso anno per il team del Politecnico è andata bene. Con la «vecchia» DP11 sono arrivati i primi posti nella gara italiana e in quella olandese e il primato di unico team italiano a essere riuscito a salire sul podio sul mitico circuito di Hockenheim in Germania: «Siamo fieri dei risultati ottenuti in questo campionato spiega Francesco Di Lucia, Team Leader, fresco d’incarico, che da ormai 4 anni fa parte della squadra ma la vera sfida inizia adesso. Bisogna rimanere concentrati e dare il massimo per finire la macchina in tempo e riuscire a metterla in pista. L’obiettivo quest’anno non è solo vincere, ma realizzare un prodotto completo ed efficiente che sia in grado di competere con le Università che già da anni si sono dedicate all’elettrico»