odi“Lo sport  contribuisce rafforzare il carattere, l’amicizia e il rispetto degli altri…”. Comincia così il testo della  Carta di responsabilità dello sport  messa a punto dalla Onlus Gariwo che si occupa di far crescere giovani (e meno giovani) attraverso le storie dei Giusti,  i personaggi che nelle tragedie dell’umanità hanno scelto il bene e che, insieme al Comune di Milano e all’unione delle comunità ebraiche (Uceii) gestisce il Giardino dei Giusti di tutto il mondo.  Una Carta che si rivolge a tifosi, atleti, giornalisti per ricordare che, come aveva intuito il poeta greco Esiodo, esiste sempre la possibilità di una contesa buona che educa al rispetto dell’avversario e di una contesa cattiva che esalta invece l’ego della superiorità e mira all’annientamento dell’altro. ” La competizione sportiva è  indice del livello di civiltà del genere umano. Può essere usata dalle dittature per la propaganda o per veicolare messaggi razzisti di superiorità della  oppure può diventare l’espressione della ricchezza morale che esalta  democrazia e uguagliaza”. La storia ha insegnato che lo sport può salvare il mondo  perché i comportamenti degli atleti, dei tifosi e anche dei giornalisti sportivi possono influenzare positivamente la vita democratica nelle nostre società. “Ogni atleta dovrebbe essere consapevole che nella competizione è sempre la  presenza dell’altro che lo spinge a migliorare e per questo motivo dovrebbe agire con correttezza nei suoi confronti e rispettare la sua dignità. L’agonismo non divide gli uomini in una brutale lotta di annientamento  ma li unisce nel medesimo percorso nell’agorà sportiva e ogni atleta diventa un esempio ed  è veramente grande quando riconosce il suo limite….”. C’è sempre qualcuno che lo batterà come insegnano i più grandi filosofi greci: non  ci sarà mai il migliore in assoluto, perché nel ciclo continuo della vita ci saranno sempre atleti migliori che seguiranno.  Lo sport non è un’isola a parte, come direbbe oggi Primo Levi, perché al suo interno si possono riprodurre i comportamenti migliori della società, oppure diventare un luogo dove si alimentano i germi peggiori. Ecco perché è necessario raccogliere e divulgare le storie dei Giusti dello sport, per creare negli stadi e nei campi sportivi uno spirito di emulazione. Con questo intento Gariwo propone la Carta,  immaginando che ognuno  possa in prima persona far propri questi valori e contribuire  a stemperare tensioni e a disinnescare l’odio che spesso “scorre” sui social. ” Lo sport è quella cosa meravigliosa che fa trepidare che insegna che c’è grandezza nella vittoria come nella sconfitta, che non ci sono nemici, che esistono tifo e goliardia ma anche una soglia del rispetto della dignità altrui che non  deve essere mai superata. Lo sport è lealtà in campo e fuori. E’  senza scorciatoie, senza trucchi e  senza doping. Lo sport non è vincere a tutti i costi e con tutti i mezzi, è raggiungere gli obbiettivi ma anche averci solo provato con tutto l’impegno che serviva. E’ coerenza, quella  di dire sempre no al razzismo e a ogni manifestazione di odio, anche a costo di schierarsi contro.  E’ bellezza come arricchimento della persona umana. E privilegio per ci lo fa, per chi  ci si appassiona e per chi lo racconta…

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