Lo sport italiano resta bloccato fino a domenica per l’emergenza coronavirus. Ma da lunedì c’è una speranza, rilanciata dal ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora durante il Consiglio nazionale del Coni al Foro Italico: «Se i dati non ci danno indicazioni diverse, potrebbe anche darsi che da lunedì non prorogheremo lo stop agli eventi sportivi nelle sei regioni coinvolte (Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Dobbiamo vedere l’evoluzione dei prossimi giorni». Intanto arriva una integrazione allo stop a tutte le attività da parte della regione Lombardia: «I Lombardi sono grandi sportivi e le attività oggetto dell’ordinanza sono tante. Meglio quindi chiarire alcuni comportamenti da adottare. Siamo consapevoli delle difficoltà ma è un piccolo sacrificio che chiediamo a tutti, per un breve lasso di tempo, per contenere il diffondersi del virus e garantire il benessere scopo primario dell’attività sportiva” spiega Martina Cambiaghi, assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia. Tutti gli eventi, le riunioni e le attività ludico-sportive sono sospesi con l’ordinanza del 22 febbraio che dispone «la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Sono quindi comprese le palestre, centri sportivi, piscine e centri natatori, centri benessere, centri termali, anche con riferimento allo svolgimento della loro attività ordinaria. Le attività all’aperto possono essere svolte, ad eccezione dell’utilizzo degli spogliatoi. È consentito l’accesso e l’utilizzo di tutte le strutture sportive ai soli atleti e para-atleti: professionisti; appartenenti alle squadre nazionali di tutte le federazioni sportive riconosciute dal Coni e Cip; atleti impegnati nella preparazione di competizioni internazionali o nazionali di serie A o di serie equiparabili.