betBandiera bianca. Era nell’aria ed ora purtroppo è ufficiale: dopo 101 anni non si correrà il Giro delle Fiandre, classica monumento del ciclismo, a causa dell’emergenza Coronavirus. La regina delle classiche andava in strada ininterrottamente dal 1919 ma gli organizzatori, in accordo con il governo belga, hanno annunciato che il 5 aprile non sarà possibile disputare la corsa più amata dai fiamminghi. “‘Non credo che sia realistico correre la Ronde – ha dichiarato il ministro dello Sport Ben Weyts al quotidiano Het Niuwsblad-. Siamo onesti, non credo che sarà fattibile. Un intero plotone in arrivo da tutto il mondo che si sposta nelle Fiandre pochi giorni dopo il 3 aprile, quando dovrebbero terminare le varie misure di contenimento… Dobbiamo anche mostrare un senso di responsabilità”. E così, dopo la MIlano-Sanremo,  un altro monumento si inchina all’emergenza e alla pandemia. In attesa di tempi migliori resteranno negli occhi e nel cuore le immagini vittoriose l’anno scorso di Alberto Bettiol,  quelle  in ordine sparso di Magni, Merckx, Cancellara, Nibali, Sagan. Resterà la tradizione e la storia di questa corsa che è la quintessenza del ciclismo,  i muri,  un Paese che pedala, che sta sui bordi delle strade ad applaudire, la birra e panini bevuti e mangiati aspettando la corsa, il pavè che  non è un fastidio da asfaltare ma sono cubetti di gloria. Sono i paesini che vivono addormentati per un anno tra le campagne, tra case e cascine che sembrano un dipinto fiammingo, sono i cieli bassi e il sole che non tramonta quasi mai, sono gli sterrati infiniti nei boschi e la brezza del mare del Nord. E il ciclismo tiene insieme tutte queste cose. E non c’è virus che tenga…