virSi prende tempo, per quanto se ne può prendere e per quanto il virus ne conceda.  Unica certezza è che i Giochi Olimpici, se si esclude un miracolo, quest’estate non ci saranno. Il Comitato olimpico internazionale sta vagliando la miglior soluzione  e si è dato tempo quattro settimane. Secondo il Cio è un periodo sufficiente per valutare l’evolversi della situazione complessiva, sentendo anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e quindi decidere. Ad oggi quattro sono le opzioni in piedi. Il piano A, che però pare ormai inattuabile,  è  confermare le Olimpiadi nel periodo indicato dal 24 luglio al 9 agosto. Mancano le gare e i tornei di qualificazione, tutti annullati in questi mesi, ma la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere ai ranking e classifiche delle singole federazioni internazionali. Il piano B è quello di far slittare i Giochi di circa un mese andando ad occupare il periodo inizialmente indicato per le Paralimpiadi, ovvero dal 21 agosto al 6 settembre. Una soluzione che piace anche al premier giapponese Shinzo Abe. Il piano C è quello di posticipare tutto di di oltre due mesi. Si andrebbe ad ottobre come già accadde nel 1964. La cerimonia d’apertura, in questo caso, andrebbe in scena venerdì 9 ottobre e termine dei Giochi sarebbe domenica 25. Questa è una opzione considerata da molti “interessante”. L’atletica leggera in questo caso resterebbe tutta nella capitale nipponica scongiurando l’ipotesi che, causa l’elevato tasso di umidità, aveva previsto di far disputare maratona e gare di marcia nella più fresca Sapporo.  C’è anche un piano D che piace ad alcuni ma non al Cio e cioè l’opzione 2022  che comporterebbe però un aumento di costi e una tale sovrapposizione di eventi che metterebbe in difficoltà bilanci di sponsor, dei comitati olimpici e federazioni. Spostare l’evento di due anni significherebbe intasare un calendario sportivo già fitto: Giochi olimpici invernali di Pechino a febbraio, Mondiali di calcio in Qatar in autunno e tante altre rassegne. Insomma, un caos.