traMilano è la città dello sport. Dei grandi eventi sportivi. Il Giro d’Italia, la Maratona, Stramilano, Deejayten tutti appuntamenti da migliaia e migliaia di persone, gare classiche per atleti di punta, amatori e per un popolo di appassionati che negli anni è diventato via-via sempre più numeroso. Ma ora c’è il virus. Una pandemia che sta radicalmente cambiando le nostre abitudini di vita e con cui anche ( soprattutto) i grandi eventi sportivi devono fare i conti. Una dopo l’altra sono di fatto saltate le manifestazioni classiche della primavera milanese che potrebbero essere forse recuperate in autunno ma che più realisticamente potrebbero slittare al prossimo anno. «Sì, purtroppo è così- spiega Andrea Trabuio, responsabile di grandi eventi di Rcs sport-. Io sono da sempre ottimista ma in questo momento faccio fatica a veder l’orizzonte. Siamo ancora in emergenza e ci sono ovviamente altre priorità quindi gli eventi di massa saranno tra le ultime attività a ripartire. Ma va ricordato che non è un danno solo sportivo perchè una grande manifestazione dà lavoro ad un alto numero di addetti, da chi cura gli allestimenti alla transennatura dei percorsi, alle società di cronometraggio, agli sponsor e via così. Però la situazione è questa. In Cina, che sta vivendo il dramma del virus con una paio di mesi d’anticipo rispetto a noi, solo nel Sud qualche piccolo evento comincia a ripartire. E con tutte le precauzioni del caso». Che non sono poche. E non sono solo le mascherine, i guanti in lattice o i gel disinfettanti. Pensare in questo momento ad un evento con 30-40mila persone al via sembra fantascienza, oppure preistoria. Nulla sarà più come prima: «Lo sport di massa riprenderà- spiega Trabuio- Anche se dobbiamo cominciare da subito ad immaginare grandi eventi sportivi diversi da come li abbiamo sempre vissuti. Immaginando, ad esempio, la possibilità di introdurre il numero chiuso, le partenze a scaglioni di piccoli gruppi oppure il via alla francese dove gli atleti partono ad uno ad uno distanziati nel tempo. Non ci sono ancora protocolli ufficiali ma precauzioni sanitarie, distanziamento, sicurezza diventeranno quasi sicuramente i primi parametri con cui torneremo a fare i conti. Così come la sanificazioni dei luoghi di ospitalità e degli spogliatoi, come l’introduzione probabile delle monodosi ai ristori, come l’uso esclusivo di bevande sigillate. Sono ipotesi. Ma credo che la direzione possa essere questa…». Una direzione obbligata, in attesa di una cura certa o di un vaccino, che l’atletica a livello agonistico pare già aver imboccato in previsione della ripresa dell’attività e che potrebbe portare gli atleti a non allenarsi più fianco a fianco nella stessa corsia, gli sprinter ad utilizzare blocchi personali, i saltatori in alto a coprire il materasso dove atterrano con un cellophane che poi dovrebbero rimuovere, i saltatori in lungo a rigirare la sabbia dove cadono. Ma lo sport di massa, le grandi maratone sono altra cosa: «Gli esempi potrebbero essere tanti- spiega il direttore dei grandi eventi Rcs- Ma solo pensando alla maratona di New York si deve immaginare quale potrebbe essere la difficoltà di controllare tutti i partecipanti solo pensando che un terzo arriva dall’estero, oppure il problema degli atleti africani dove il virus potrebbe arrivare e che sono i principali protagonisti delle gare di lunga distanza, oppure ancora la necessità di sottoporre chi arriva da fuori a quarantena. E’ probabile quindi che nel futuro prossimo e per qualche tempo molti eventi diventino meno internazionali…». Grandi gare quindi più controllate, con nuove regole e con l’obbligo di seguire standard sanitari che il ministero della Salute renderà quasi certamente obbligatori: «Ciò potrebbe portare ad una scrematura delle manifestazioni- spiega Trabuio- I costi per organizzare un evento oggi sono già alti ma potrebbero lievitare. Quindi sopravviverebbero solo le manifestazioni che hanno alle spalle strutture capaci di garantire le necessarie condizioni di sicurezza…». Scenari possibili, in attesa di qualche certezza in più e intepretando i segnali: «Nel 2009, quando la Milano Marathon venne spostata dall’autunno in inverno saltò l’edizione del 2010 e ripartimmo dà lì per costruire il grande evento che oggi è diventata la maratona di Milano- spiega Trabuio. Ora con il virus potrebbe non disputarsi l’edizione 2020. E per me è un segno del destino. I grandi eventi sportivi torneremo e saranno più belli di prima…»