OttavianiAddio a Giuseppe Ottaviani. Addio a 104 anni dopo una vita passata a cucire da sarto e poi, in pensione, a far vedere al mondo come lo sport  possa diventare  un bel modo di vivere la terza età. Addio dopo una serie di record e di medaglie che nel 2011 lo hanno portato sul podio mondiale nel salto in lungo e tre anni dopo, nel master mondiali di Budapest, a vincere 10 medaglie d’oro in una sola manifestazione.  Un fenomeno che Carlo Conti, quattro anni fa , volle sul palco del suo Festival di Sanremo facendolo così conoscere ( e facendo conoscere lo sport dei master) a milioni di italiani.  Ottaviani, che aveva cominciato la sua avventura agonistica a settant’anni, è stato il primo italiano a gareggiare nella categoria M100 in una rassegna nazionale e due anni fa era stato invitato al Quirinale dal presidente  Sergio Mattarella che lo aveva nominato  Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana . Giusto. Giusto per ciò che era, per la sua educazione antica, per ciò che ha fatto allenandosi due o tre volte la settimana,  per la disciplina con cui ha gestito la sua vita. Ma soprattutto giusto per l’esempio che Ottaviani  ha dato.  Dopo una certa età si può decidere di vivere o sopravvivere e lui ha sempre deciso di vivere. Il segreto? Lo ripeteva sempre: l’amore per la sua famiglia e per i suoi figli, la curiosità che è la linfa per non spegnersi e un piatto di insalata:  quella nel suo menù non mancava mai…