Tadej Pogacar vince il Tour de France  ma non ci crede nessuno. Non ci crede lui, tanto per cominciare, che  sulla vetta della Planche des Belles Filles, con una crono formidabile, si prende la corsa e la storia perchè a 21 anni si fa presto a sognare ma poi la realtà è sempre un’altra. Non ci crede Primoz Roglic che il Tour invece lo perde anche se ce l’aveva in tasca  e si accascia dopo il traguardo e dopo una salita dove ha frullato senza più energie ben sapendo che questa era la sua ultima occasione. Non ci credono Wout Van AertTom Dumoulin che restano impietriti dietro le loro mascherine quando capiscono di aver perso tutto: tappa e maglia si dice in questi casi. Non ci credono i tifosi sloveni che tifavano per tutti  due, che hanno preso d’assalto gli ultimi chilometri di una salita dove la maglia gialla si perde sempre, che al diavolo le mascherine e chissenefrega del virus che da quelle parti fa 13 mila positivi al giorno. Non ci credono i francesi che aspettano ormai da anni che a vincere sia uno di loro e quindi, quando vincono gli altri, non ci credono e basta. Non ci crede Marco Saligari che, dopo tre settimane a raccontare “ma cosa ha fatto Tizio e cosa ha fatto  Sempronio” oggi che gli aggettivi servivano davvero non sa più cosa dire. Non ci crede Beppe Saronni che prima pensa che la regia francese stia pasticciando con i cronometri e poi perde la favella che di solito non gli manca. Non ci crede Ernesto Colnago che vince un Tour con una sua bici, più o meno la stessa che due anni fa  era stata lanciata dentro un fosso. Non ci credono quelli che quando vedono lo spettacolo immenso del ciclismo si danno di gomito perchè è chiaro che ‘sti ragazzi sono tutti dopati, che hanno i motorini nascosti anche sotto i body e che chissà cosa c’è dietro. Non ci credono gli sponsor che ora però faranno a gara per conquistarsi un piccolo spazio sulla maglietta dello sbarbatello di Komenda. Tadej Pogacar dopo un Tour di California, dopo tre tappe alla Vuelta e dopo aver vinto a Laruns e sul Grand Colombier  si porta a casa il Tour de France. Ma in realtà non è vero niente. E’ una storia inventata, un po’ complicata forse anche sbagliata. E’ solo uno di quei sogni fantastici che il ciclismo sa regalare. E infatti non ci crede nessuno…