Un manifesto per lo sport di base. È l’iniziativa di «Cultura Italiae» che, attraverso il tavolo di lavoro coordinato dal segretario generale della Fidal Fabio Pagliara, affida a «Sportivi – L’Italia che si muove» il compito di rappresentare lo  sport e la cultura del movimento come bene essenziale e come risorsa per la lotta alla pandemia con un manifesto che può essere sosttscritto (ed gia stato sottoscritto) da campioni e sportivi.  Il documento, redatto da Mauro Berruto, indica 13 azioni per garantire la sopravvivenza del movimento e, soprattutto, per orientare la riflessione verso un nuovo modello di sport del futuro. ” Il nostro desiderio è quello di non vedere mai più il mondo dello sport contrapposto a quello della scuola, alla sanità o alla cultura come successo in passato- spiega il manifesto- Non chiediamo semplicemente un aiuto, ma siamo pronti a diventare responsabili testimoni di lotta alla pandemia, mettendo a disposizione del Paese tutto ciò che lo sport e gli sportivi sono allenati, da sempre, a fare.  Ancor prima che di destinare risorse economiche, si tratta di riconoscere un valore. Si tratta di riconoscere identità e dignità…”. E in una serie di punti già noti, già scritti ma che vale sempre la pensa di ricordare,  “L’Italia che si muove” spiega quale sia la valenza della pratica sportiva dal punto di vista sociale, educativo ed economico in un Paese civile. Lo sport e la pratica sportiva sono un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, sono  (insieme alla scuola) un’agenzia educativa he insegna valori come l’inclusione, la solidarietà, il rispetto, in grado di creare cittadini migliori . Sono luogo di investimenti in ricerca e tecnologia una parte consistente dell’economia che si affianca a quella dello sport professionistico fatta di abbigliamento, di viaggi, di turismo sportivo. Lo sport è lo strumento che permette a migliaia di persone diversamente abili di trovare la propria dimensione attiva nella società. Lo sport è un generatore di felicità essenziale alla qualità della vita che si affida nel nostro Paese quasi esclusivamente su contributi privati e di famiglie che però hanno oggi una ridotta disponibilità di spesa. “Questo modello oggi sta crollando- spiega il manifesto-  quindi serve una politica di sviluppo e non di mera assistenza che deve tradursi in una serie di azioni per il presente e per il futuro”.

1. Un intervento di sostegno economico alle famiglie, un assegno da spendere per l’attività sportiva dei propri figli (proporzionale anche al loro numero nel nucleo famigliare) in modo da immettere immediata liquidità nel ciclo economico delle società sportive.

2. Un intervento a fondo perduto, consistente, rapido e duraturo, per le associazioni sportive, semplicemente per permettere loro di resistere, di pensare di poter superare questo momento e per riprogrammare il loro futuro.

3. Un intervento a supporto degli operatori dello sport dilettantistico per riconoscere tanto il loro diritto di lavoratori quanto l’importanza e la fondamentale centralità del loro ruolo di educatori e, insieme, un intervento di rafforzamento della dimensione del volontariato sportivo per contrastare la frustrazione di chi sta combattendo dal basso per la sopravvivenza delle proprie associazioni. Un plauso a chi rappresenta l’ossatura dell’organizzazione sportiva e che la sorregge in un momento in cui, grazie alle limitazioni, si è diventati ancora più consapevoli dell’importanza dello sport per la sopravvivenza civica della nostra società.

4. Un intervento per favorire l’uso delle palestre scolastiche e la frequentazione dei corsi pomeridiani, attraverso anche una rivisitazione dell’autonomia scolastica che permetta di liberare i dirigenti scolastici dalla responsabilità diretta di assegnazione delle palestre scolastiche riaffidandola agli enti locali, in modo che possano occuparsi dei protocolli di sicurezza e sanificazione insieme alle società sportive che le utilizzano.

5. Un intervento di ristoro per i gestori di quei 100 mila luoghi dello sport del nostro Paese, che sono gli impianti sportivi pubblici in gestione o privati. Luoghi dove, insieme alle palestre scolastiche, si creano le condizioni affinché lo sport possa essere praticato e diventare patrimonio della collettività. I gestori di questi luoghi, messi in ginocchio dal lockdown della scorsa primavera dopo una fatica immane per ripartire, sono oggi costretti a chiudere di nuovo o a vedere estremamente ridotta la propria operatività. Questi presidi sul territorio vanno tenuti in vita, in questo momento.

6. Un intervento di mappatura di aree dismesse, sotto-utilizzate o potenzialmente utilizzabili, con una possibile destinazione d’uso, anche temporanea, per effettuare attività fisica. Rigenerazione urbana attraverso lo sport (e nel rispetto delle norme) di luoghi ampi, riscaldabili, areati e luminosi e destinabili in emergenza a chi, pur in mancanza di impianti specifici disponibili e quando sarà possibile tornare a farlo, potrà effettuare un’attività sportiva indoor/outdoor con i propri tesserati.

7. Un intervento sul territorio per coinvolgere la capillare rete di associazioni, attraverso bandi di concessione temporanea a titolo gratuito di aree (per esempio parchi cittadini) all’interno dei quali poter proporre attività sportiva. L’emergenza è stata (ed è tutt’ora) un fattore di accelerazione enorme a fare attività fisica, come la camminata sportiva e il footing, sfruttando il paesaggio cittadino. Incaricare allenatori che possano, professionalmente, seguire i cittadini desiderosi di migliorare la propria condizione fisica o monitorare la propria salute (e contestualmente continuare il lavoro di persuasione al rispetto delle pratiche corrette di contrasto alla pandemia) significherebbe creare presidi di salute.

8. Un intervento a protezione delle persone anziane e più fragili per supportare iniziative di riconversione delle società sportive rispetto ad attività necessarie al prendersi cura di sé. Gli anziani e i più fragili sono doppiamente sottoposti a stress fisico ed emotivo in questo contesto di emergenza. L’inattività fisica è una delle cause del peggiorare delle condizioni di salute e quindi dell’aumento del rischio di impatto Covid su persone di età avanzata, con patologie pregresse o disabilità. I luoghi dello sport sono spesso inattivi o poco utilizzati al mattino, proprio quando queste persone avrebbero più possibilità di prendersi cura di sé.

9. Un intervento di attrazione degli investimenti con la creazione di un ecosistema di condizioni che permettano ai privati di tornare ad investire sul mondo dello sport di base (credito d’imposta e defiscalizzazione) e al mondo dello sport dilettantistico di offrire un servizio senza limiti di età, genere, etnia e a costi ragionevoli che diventi un diritto e, insieme, un dovere: quello della difesa del diritto costituzionale alla salute come tutelato dall’articolo 32 della nostra Costituzione. Mai come in questo caso, questi contributi e questo innesco fra pubblico e privato, saranno, letteralmente, investimenti sul futuro.

10. Un intervento a sostegno dell’importanza della pratica sportiva a livello medico-sanitario per garantire il benessere di tutti, con una particolare attenzione alle fasce più deboli e soprattutto ai soggetti in difficoltà, indirizzando a stili di vita virtuosi e alla più complessiva salvaguardia della salute dei cittadini. Liberando l’energia rigeneratrice della prescrizione medica dell’attività fisica, si può sviluppare la pratica sportiva in aree di disagio, anche socio-economico, e a sostegno di famiglie e gruppi vulnerabili. Lotta alle patologie cardiovascolari e respiratorie, ma anche comportamentali e nutrizionali, oltreché legate all’obesità, attraverso riabilitazione motoria, psicosociale ed alimentare per ritrovare dignità e migliorare il rapporto con il proprio corpo.

11. Un intervento a favore della natura e dei temi legati alla sostenibilità ambientale in relazione alla pratica sportiva e al potenziamento degli investimenti sulle strutture per lo sport di base. Promuovere la sensibilizzazione sui temi legati allo sviluppo ed alla promozione della cultura sportiva attenta, in particolare, all’ambiente, al benessere, alla salute, al territorio ed al turismo, sostenendo il progresso del mondo sportivo sotto il profilo socio-ambientale, culturale e della capacità di essere un volano di crescita.

12. Un intervento a favore dell’educazione fisica nelle scuole e per i nostri figli, attraverso l’impiego del patrimonio culturale e umano proveniente anche dalle scienze motorie. L’attività sportiva di ragazze e ragazzi, fra le più limitate in questo periodo emergenziale, potrà rifiorire solo se fortemente supportata dal mondo scolastico per favorire la divulgazione, l’approfondimento e lo sviluppo della cultura sportiva attraverso la trasmissione dei suoi valori e la diffusione di sane pratiche: integrazione razziale, applicazione delle regole, rispetto e meritocrazia.

13. Un intervento di sostegno di nuove condizioni, senza alibi e da subito, in questo momento di difficoltà del far muovere i corpi, per rimettere al centro l’insegnamento della storia e della cultura dello sport. Esistono letteratura, saggi storici, spettacoli, opere cinematografiche che si occupano di sport e che diventano uno strumento immediatamente disponibile per realizzare una delle due grandi funzioni dello sport, oltre a quello di generare spettacolo, ovvero ispirare le persone. Questa enorme potenzialità, che si allarga all’idea che attraverso la narrazione e lo studio dello sport si possano insegnare storia, educazione civica, geografia, sociologia, letteratura, perfino lingue straniere e matematica è oggi il grande compito a cui il mondo della scuola è chiamata, ma anche una possibilità di riconversione, nell’emergenza, delle stesse società sportive che possono trovare in questo tipo di attività un modo di mantenere il rapporto e la relazione con i propri tesserati. Una rinnovata dignità della materia sportiva, intesa come fatto culturale e veicolo di ispirazione, determinerà un enorme vantaggio futuro, quando anche i corpi potranno tornare finalmente e liberamente a muoversi.

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