Ronald Reagan è entrato nel mito dell’elettorato repubblicano americano. Difficile trovare un simpatizzante del vecchio elefante che non apprezzi ciò che l’ex attore diventato presidente ha saputo fare alla Casa Bianca,dal 1980 al 1988. Nel mondo “Ronnie” è diventato, insieme a Margaret Thatcher, una vera e propia icona del liberismo economico. In una celebre frase Reagan ebbe a dire: “Il governo non è la soluzione dei nostri problemi, ma è il problema”. Oggi Barack Obama ribalta quella concezione e, all’inizio del suo secondo mandato, citando Abramo Lincoln difende il governo “del popolo, per il popolo”. Poi sottolinea che “il libero mercato procura prosperità solo se in un quadro di regole certe e uguali per tutti”. E va all’attacco sottolineando l’urgenza di portare avanti una lotta senza quartiere alla povertà.

Da destra a sinistra la stampa Usa è unanime: il secondo mandato di Obama sarà marcatamente di sinistra. Il New York Times titola a nove colonne: “Obama presenta una visione liberal: dobbiamo agire”. Il conservatore Wall Street Journal: “Obama parte con un’agenda aggressiva”. Secondo Politico.com Obama ha pronunciato il discorso “più ambizioso, dal punto di vista ideologico, dai tempi di Ronald Reagan”. Manterrà orgogliosamente la rotta oppure, in nome della governabilità, il presidente sarà costretto ad accettare – se non a promuovere lui stesso – dei compromessi  con i repubblicani?

– Sull’argomento segnalo un interessante articolo pubblicato da Linkiesta: L’Obama del secondo mandato può essere il Reagan dei democratici?

Tag: ,