Alla fine Chuck Hagel l’ha spuntata. Il nuovo segretario alla Difesa ha ottenuto il via libera del Senato. Con 58 voti a favore e 41 contrari il Senato ha confermato la nomina dell’ex senatore repubblicano del Nebraska. Hagel era stato preso di mira dal Gop perché considerato “troppo moderato” sia nei confronti del sostegno a Israele, sia nell’opposizione al regime iraniano. Nel suo primo discorso da responsabile della Difesa Hagel ha detto che gli Stati Uniti devono “creare relazioni nel mondo e impegnarsi con gli alleati. E’ un periodo di enormi sfide, ma ci sono opportunità”, ha continuato il successore di Leon Panetta. In un passaggio del suo intervento Hagel ha detto che  l’America “non può dare ordini al mondo” e deve lavorare con gli alleati per costruire i rapporti con gli altri Paesi. “Ho sempre creduto che il ruolo dell’America sia quello di dialogare con il mondo, non possiamo dare ordini al mondo ma dobbiamo dialogare nel mondo”. “Nessuna nazione, per quanto grande – ha insistito – può farcela da sola, dobbiamo continuare a costruire sui forti rapporti che abbiamo costruito”.
Le frasi rassicuranti con cui Hagel ha affermato che è necessario “fermare il programma nucleare iraniano” e garantire il diritto d’Israele all’autodifesa non sono bastate a far cambiare idea ai 15 senatori repubblicani che pochi giorni fa avevano inviato una lettera a Obama per chiedergli di ritirare la candidatura dell’ex senatore. Si rompe, così, il tradizionale sostegno bipartisan con cui negli Stati Uniti si conferisce l’incarico al capo del Pentagono.
Ma la vera sfida per Hagel è destreggiarsi di fronte ai pesanti tagli alla spesa a cui il Pentagono dovrà fare fronte nei prossimi anni. Il segretario alla Difesa uscente  Panetta ha già fatto sapere che, con una potenziale riduzione di 46 miliardi di dollari delle spese, gran parte degli 800 mila dipendenti civili del Dipartimento della Difesa potrebbe essere messa in congedo non retribuito un giorno alla settimana. Mentre alti ufficiali di esercito, marina e aeronautica hanno ammonito che a risentirne sarebbe la stessa efficienza delle forze armate degli Stati Uniti. Il lavoro di Hagel, dunque, inizia decisamente in salita.

 

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