Il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai ha ammesso che il Consiglio nazionale di sicurezza (Cns), un organismo dipendente dalla presidenza afghana, negli ultimi dieci anni ha ricevuto soldi dai servizi segreti degli Stati Uniti. “Sì, il Cns ha ricevuto denaro dalla Cia nel corso degli ultimi dieci anni. L’ammontare non è molto importante”, ha dichiarato rispondendo alle accuse mosse in un articolo pubblicato dal New York Times. Attualmente in visita in Finlandia, Karzai ha aggiunto che le somme di denaro sono state utilizzate con differenti finalità, compresi “trattamenti per gli agenti feriti, affitto di sedi e altri obiettivi operativi”. Il leader afghano ha voluto ringraziare Washington per l’aiuto concesso che, ha assicurato, “è stato utile” per la sua amministrazione.

L’articolo del Nyt parla di decine di milioni di dollari dati all’ufficio di presidenza di Karzai: “Soldi fantasma, consegnati in valige, zainetti e buste di plastica, sarebbero serviti alla Cia per avere maggiore influenza sull’Afghanistan, Paese corteggiato dall’Iran, ma – secondo Khalil Roman, vice capo di gabinetto di Karzai dal 2003 al 2005 – avrebbero invece alimentato la corruzione, rafforzando i signori della guerra (tra questi Mohammed Fahim, attuale vice presidente) minando la strategia di ritiro americano dal Paese”. I fondi, definiti “soldi fantasma che arrivavano e se andavano in segreto”, sarebbero finiti anche a politici afghani “legati al narcotraffico e persino ai talebani”.

Ma i soldi a Karzai arrivavano solo dagli americani? Pare proprio di no. Lo stesso Karzai qualche anno fa aveva detto che dall’Iran erano arrivati fondi a Kabul. Proprio per questo lo “scoop” del New York Times sembra la scoperta dell’acqua calda… a meno che non si tratti di un regolamento di conti tutto interno ai servizi segreti.

 

 

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