Era finita al centro delle polemiche dopo gli attentati di Bengasi, in Libia. Ora Susan Rice, ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, va a ricoprire un altro incarico importante. Forse ancora più importante del precedente. Sarà il nuovo consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti, al posto del dimissionario Tom Donilon.

L’annuncio dell’addio di Tom Donilon e dell’arrivo alla Casa Bianca della Rice ha colto di sorpresa gli osservatori. Donilon doveva lasciare l’incarico alla fine dell’anno. Perché, dunque, Obama ha accelerato i tempi? Forse per i rapporti tesi venutisi a creare all’interno dello staff della Casa Bianca. Grande esperto di Asia, l’ultima missione di Donilon è stata quella di Pechino per preparare il vertice informale tra Obama e il presidente cinese Xi Jinping che si terrà in California nel fine settimana. Donilon paga per il suo carattere duro e schivo e, molto probabilmente, per i suoi pessimi rapporti – nonostante le smentite ufficiali – col nuovo capo dello staff della Casa Bianca, Denis McDonough, e con parte dell’amministrazione federale. Questo per quanto riguarda la rimozione anticipata.

La scelta della Rice, invece, da molti viene vista come l’ennesima sfida che Obama muove ai repubblicani, dopo le critiche che hanno travolto l’ambasciatrice sul caso Bengasi e che le sono costate il posto di segretario di Stato. La nomina della Rice, come di tutti i consiglieri della Casa Bianca, non dovrà passare per il Senato.

Alle Nazioni Unite al posto della Rice va Samantha Power. Scrittrice, accademica e funzionaria, nata in Irlanda, lascia la guida degli Affari multilaterali e dei
diritti umani del National Security Council. Quarantadue anni, è una collaboratrice di lunga data di Obama ed ha lavorato con lui fin da quando era senatore.

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