Anche negli Stati Uniti il tema della (enorme) popolazione carceraria è all’ordine del giorno. Il governo vuole far qualcosa per ridurre l’affollamento delle prigioni e, al contempo, far risparmiare soldi allo Stato. Si pensa a una riduzione della pena per i piccoli spacciatori di droga (senza legami coi narcotrafficanti) e a misure alternative alla prigione per i criminali non pericolosi o non violenti. E c’è anche l’idea di applicare sconti di pena ai detenuti più anziani. Sono alcune delle misure  annunciate dal segretario alla Giustizia Eric Holder. “Purtroppo – spiega alla American Bar Association – c’è un circolo vizioso tra povertà, criminalità e carcere che intrappola troppi americani e indebolisce troppe comunità locali. A volte, molti aspetti del nostro sistema giudiziario peggiorano questi problemi invece di alleviarli: troppi americani vanno in prigione per troppo tempo e senza ragioni adeguate. Non possiamo semplicemente mettere in galera le persone per diventare una nazione più sicura. Non dobbiamo smettere di essere duri contro il crimine, ma essere più intelligenti”. Per Holder le pene più severe vanno destinate ai grandi trafficanti delle organizzazioni criminali, più che ai piccoli pusher di quartiere.

L’Attorney General intende dare nuove indicazioni ai suoi “federal prosecutors”, i titolari dell’accusa in dibattimento, nel chiedere alla Giuria pene minime per piccoli reati di droga, in modo che non scattino, come accade ora, sentenze che prevedono diversi anni di detenzione. Alla base di questa esigenza ci sarebbero più che altro  motivi di bilancio: si calcola che il costo dell’amministrazione carceraria nel 2010 sia pari a 80 miliardi di dollari. La popolazione americana rappresenta il 5% di quella mondiale, ma il 25% dei detenuti al mondo (uno su quattro è rinchiuso negli Usa). Mentre la popolazione americana è cresciuta di un terzo dal 1980 a oggi, quella carceraria è aumentata dell’800%, tanto che secondo il Dipartimento di Giustizia le prigioni americane sono oltre il 40% oltre la loro capacità massima.

Ogni anno circa 9-10 milioni di persone si trovano costrette a soggiornare nelle celle americane, circa il 40% di loro, dopo aver scontato la pena viene arrestato di
nuovo: e gran parte di questo sovraffollamento è causato proprio da condanne per droga. Secondo la legge anti-stupefacenti del ’86, la Anti-Drug Abuse, cinque anni di
galera è la pena minima per chi fosse stato trovato in possesso di cinque grammi di cocaina da fumare, mentre la stessa pena era riservata per la detenzione di 500 grammi di cocaina in polvere. Molte delle misure proposte da Holder, però, necessitano di un voto parlamentare. La battaglia, dunque, si sposta a Capitol Hill, dove la Camera dei Rappresentanti ha una maggioranza repubblicana. E non è detto che la destra americana abbia voglia di assecondare il “buonismo” della Casa Bianca a guida democratica.

Polemiche sulle perquisizioni in strada senza sospetti concreti

Intanto cresce la polemica dopo che un giudice federale, Shira Scheindlin, ha stabilito che è incostituzionale lo “stop-and-frisk”, la pratica della polizia di New York – fortemente voluta dal sindaco Bloomberg – di fermare e perquisire le persone in strada, senza l’esistenza di un motivo reale. Una forma di controllo preventivo che, secondo il giudice, ha violato per anni i diritti costituzionali di decine di migliaia di persone, con gli agenti che hanno sistematicamente fermato cittadini innocenti, senza un ragionevole motivo per ipotizzare un reato (leggi le motivazioni della decisione). Nell’88% dei casi lo stop-and-frisk non ha portato né all’arresto, né a una pena pecuniaria: una percentuale molto alta, che mostra – secondo il giudice – come la decisione di fermare una persona sia stata presa dalla polizia di New York senza un motivo specifico. I controlli a tappeto erano stati voluti espressamente da Bloomberg nell’ambito della sua “Operation Clean Halls”, un programma di sicurezza per ripulire i quartieri ad alto tasso di criminalità, che prevede anche le perquisizioni nelle abitazioni senza l’obbligo di un mandato. Nel 2012, dopo diverse manifestazioni di protesta, Bloomberg aveva deciso comunque di non interrompere la pratica.

 

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