Alla fine il salvataggio è arrivato: il Congresso degli Stati Uniti ha varato un provvedimento d’emergenza che garantisce la riapertura dello Stato federale e innalza il limite di 16mila miliardi di dollari al debito pubblico dello Stato. L’accordo, raggiunto al Senato fra il leader della maggioranza democratica Harry Reid e quello della minoranza repubblicana, Mitch McConnell, ha posto fine a uno stallo che durava da settimane. Poche ore dopo, la maggioranza repubblicana alla Camera ha capitolato, garantendo l’approvazione del provvedimento e il suo invio al presidente per la ratifica. Il “Washington Post” sottolinea che gli Usa hanno ottenuto una mera vittoria di Pirro. Nel senso che, tra pochi mesi, il problema si riproporrà tale e quale. E il 7 febbraio (data in cui scadrà il tetto sull’innalzamento del debito) non è poi così lontano. Intanto, però, Obama si gode il risultato: “Possiamo cominciare a sollevare questa nuvola di incertezza e disagio che grava sulla nostra economia e sul popolo americano. Dobbiamo perdere l’abitudine di governare con le crisi”. E così commenta l’intesa bipartisan: “Non c’è motivo per continuare con questo clima di scontro: sono pronto a lavorare con chiunque. I democratici non hanno il monopolio delle buone idee”. La Casa Bianca ha esortato poi tutti i dipendenti federali a tornare al lavoro già a partire da oggi, riaprendo gli uffici “in maniera rapida e ordinata”.

Obama vince questa partita e mantiene in vita il governo per i prossimi mesi, ma restano sul tappeto tutti i problemi: la spesa fuori controllo, il deficit di bilancio e il costo elevato del sistema sanitario. Insomma, è facile prevedere che, all’orizzonte, ci saranno nuove crisi, che andranno affrontate senza limitarsi alla logica del “tirare a campare”.

Delusione tra i repubblicani: dopo l’accordo, lo speaker della Camera, John Boehner, ha ammesso che “non c’erano ragioni” per votare contro la legge, anche se ha ribadito che ai repubblicani non piace: “Abbiamo combattuto una buona battaglia solo che non abbiamo vinto. Abbiano fatto tutto il possibile, ma loro continuavano a dire no, no, no”, ha aggiunto riferendosi ai democratici. “Ma il nostro tentativo di fermare il disastro che è la legge di assistenza sanitaria del presidente Obama continuerà”, ha aggiunto, probabilmente nel tentativo di placare la rabbia degli uomini del Tea Party. Che ora di sicuro vorranno la sua testa.

 

 

 

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