La maggior parte di loro non va più in giro incappucciata e non progetta di appendere le persone di colore agli alberi. Per il resto i simpatizzanti del Ku Klu Klan non sono molto diversi dai loro antenati. Per cercare nuovi iscritti battono a tappeto gli Stati Uniti. Lo slogan è molto semplice: “Save our land. Join the Klan”. Il bersaglio, come si legge sui volantini che molti abitanti di Tennessee, Texas, South Carolina, Illinois, Pennsylvania, California e New York hanno trovato nelle cassette della posta o sui parabrezza, sono gli immigrati. Alcuni sono stati trovati anche negli Hamptons, all’estremità orientale di Long Island, dove  molti benestanti di New York trascorrono i weekend. “Vogliono il tuo lavoro, la tua casa, il tuo Paese”, si legge sui volantini. Su altri invece “The KKK Wants You!“, sul modello della campagna di reclutamento per la Prima guerra mondiale (“I Want You for U.S. Army”). Al posto dello Zio Sam c’è però un uomo incappucciato.

Si tratta di una campagna pubblicitaria perfettamente in regola, come il Klan tiene a precisare, protetta dal diritto alla libertà di parola. Cioè non infrange alcuna regola ed è tutelata dalla Costituzione e in particolare dal primo emendamento. L’organizzazione per la supremazia bianca si oppone con fermezza al presidente Obama e agli immigrati, è contraria ai matrimoni interrazziali ed anche a quelli persone dello stesso sesso. A differenza dei propri antenati oggi i membri del Ku Klux Klan non utilizzano (né sostengono) metodi violenti ma si limitano a promuovere la difesa dei bianchi.

Ma quanti sono gli iscritti al KKK in America? Secondo una stima del Southern Poverty Law Center, un gruppo di ricerca in difesa dei diritti civili, l’organizzazione conterebbe su un numero di membri compreso tra le 5.000 e le 8.000 persone. Pochissimi se pensiamo ai 4 milioni degli anni ’20. Ma negli Stati Uniti ci sono circa 1.000 gruppi che professano l’odio razziale, in aumento dell’800% dal 2008, anno dell’elezione di Obama alla Casa Bianca

Robert Jones, uno dei leader del KKK, in una conversazione con il al New York Times ha agitato lo spettro dell’invasione: “Molti americani sono stufi del problema dell’immigrazione. Il problema dell’immigrazione sta distruggendo questo posto. Non ho mai visto il Klan espandersi come sta facendo ora”.

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