Pronostici pressoché unanimi: alle elezioni di metà mandato (si vota il 4 novembre per rinnovare un terzo del Senato, l’intera Camera e decine di governatori) i repubblicani sono in vantaggio. Un sondaggio di Nbc e Marist indica che il Grand Old Party è favorito per conquistare il Senato. Stessa indicazione da una proiezione di Abc e Washington Post, secondo cui sei americani su dieci non si fidano del governo (e quindi intendono punirlo nella prima occasione utile). Obama è stato lasciato (quasi del tutto) in disparte durante la campagna elettorale. Lui ha dovuto prenderne atto, anche se ha provato a sdrammatizzare con stile: si tratta di una tornata elettorale difficile e molti democratici sono impegnati in Stati cruciali “dove io non ho vinto”. Per questo “per loro è difficile avermi lì, perché i repubblicani userebbero la mia presenza per cercare di incoraggiare la partecipazione repubblicana”. Insomma, in certi casi è mneglio non stuzzicare troppo il “cane che dorme”. Per il grande esperto di dati Nate Silver, i repubblicani hanno il 63,2% di chance di conquistare il Senato.

Il sondaggio Nbc-Marist, realizzato in sei Stati (Arkansas, Colorado, Iowa, Kansas, Nord Carolina e Sud Dakota), evidenzia che i repubblicani hanno molte chance di conquistare i sei seggi necessari per ottenere la maggioranza in Senato. In Arkansas, Colorado e Iowa, i candidati Gop sono leggermente in vantaggio, in Nord Carolina i due contendenti sono alla pari e in Sud Dakota il repubblicano Mike Rounds ha un vantaggio a doppia cifra sul democratico Rick Weiland. Secondo Abc e Washington Post è soprattutto il malcontento dei cittadini a guidare l’orientamento in vista delle elezioni. Anche un altro sondaggio di Cnn e Orc International evidenzia  che l’irritazione degli americani influisce sul voto: secondo la proiezione, sette cittadini Usa su dieci sono decisamente “arrabbiati” per il modo in cui il Paese è guidato, e il 53% disapprova l’operato del presidente.

Nonostante la ripresa sette americani su dieci considerano negativa la situazione economica, mentre sei su dieci ritengono che Washington non sia in grado di fare quello che è giusto per il paese. Anzi per il 53% negli ultimi anni è peggiorata la sua capacità di gestire i problemi, e Barack Obama, il cui tasso di popolarità rimane inchiodato al 43%, è considerato il principale responsabile.

I democratici temono che il prossimo 4 novembre i propri elettori, stanchi e sfiduciati, in larga parte decidano di restare a casa. Dall’altra parte, invece, i repubblicnai più agguerriti e motivati potrebbero andare massicciamente alle urne, regalando quindi una gran vittoria al Grand Old Party. Che potrebbe portare così a casa l’obiettivo di conquistare la maggioranza al Senato e rafforzare ulteriormente quella alla Camera.

L’ottimismo in casa repubblicana spinge gli strateghi ad allargare il fronte della battaglia anche alla Camera, inserendo nella lista degli obiettivi anche alcuni seggi finora non presi in considerazione, in Iowa, in Nevada ed altri stati. Al momento i repubblicani hanno una consistente maggioranza di 234 deputati contro i 199 democratici ma, come scrive oggi il Wall Street Journal, la campagna del Gop spera di conquistare 12 nuovi seggi, arrivando quindi a 246, una maggioranza da record dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Negli ultimi giorni della campagna elettorale entra prepotentemente in scena un altro elemento importante, l’allarme Ebola. Un sondaggio pubblicato oggi dalla Cnn mostra infatti come per il 36% degli elettori Ebola sarà un fattore importante per decidere il voto, il terzo più importante a livello nazionale, dopo l’economia (il 46%) e il terrorismo (il 45%).

 

 

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