Iran_nucleareA Obama non è andata giù la lettera aperta che 47 senatori hanno indirizzato alla leadership iraniana, inviando a Teheran un chiaro messaggio: qualunque accordo sul nucleare col presidente americano non durerà, non andrà oltre il suo mandato senza l’autorizzazione del Congresso. Immediata (e stizzita) la condanna della Casa Bianca: “Si tratta dell’ennesimo sforzo di parte per minare i negoziati in corso tra l’Iran e le potenze occidentali”. È la coda della polemica nata con l’invito che i Repubblicani hanno fatto a Netanyahu e che il premier israeliano ha accolto, andando a parlare al Congresso Usa. Tra i repubblicani firmatari della lettera alcuni degli alti responsabili del partito e molti dei probabili candidati alla prossime presidenziali: da John McCain a Lindsey Graham, da Marco Rubio a Rand Paul e Ted Cruz.

Nel testo si spiega alle autorità di Teheran come per la Costituzione americana “ogni accordo non approvato dal Congresso è solamente e niente di più che un accordo esecutivo tra il presidente Obama e l’ayatollah Khamenei”. E si aggiunge poi che “il prossimo presidente potrebbe revocarlo con un tratto di penna, e il futuro Congresso potrebbe modificarne i termini in qualunque momento”. Un modo come un altro per minimizzare la portata dell’accordo, facendo intendere che avrà durata breve. “Speriamo – si conclude – che questa lettera possa arricchire la vostra conoscenza sul nostro sistema costituzionale e promuovere una maggiore chiarezza e comprensione nell’ambito dei negoziati in corso”.

Quello dei senatori Usa ha il sapore della lezioncina di diritto costituzionale. E colpisce soprattutto per una cosa: che un ramo del parlamento si rivolga alle autorità di un altro paese scavalcando il governo del proprio paese. Una mossa inusuale e per certi versa pericolosa, anche se molti fra i repubblicani dicono che a essere pericolosa è proprio la condotta di Obama.

President Obama Signs Student Aid Bill of RightsLa replica di Barack Obama non si è fatta attendere. “I Repubblicani ora hanno una causa in comune con gli iraniani più intransigenti. Mi sembra un’alleanza inusuale”. E ancora: “Penso che ci sia qualcosa di ironico in questo. Quello su cui ci stiamo concentrando adesso è vedere realmente se possiamo raggiungere o meno un’intesa. E una volta che la faremo, se la faremo, ne renderemo conto al popolo Usa”.

Molto dure anche le parole del vicepresidente Usa Joe Biden“La decisione di minare l’autorità del nostro presidente e di aggirare il nostro sistema costituzionale ci offende”, ha detto senza mezze parole, accusando i repubblicani di aver minato anche la dignità del Senato americano: “In 36 anni non ho mai visto nulla del genere”. La risposta dei repubblicani non si è fatta attendere: “Joe Biden non ne ha azzeccata in politica estera negli ultimi 40 anni”, ha detto il senatore Tom Cotton, uno dei firmatari della lettera-appello.

Si è fatto sentire anche il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif: è solo “propaganda” e “non ha valore legale”, ha detto parlando della lettera davanti all’Assemblea degli esperti. Riferendosi sempre alla lettera ha aggiunto che la mossa è “senza precedenti” e “contraria alla diplomazia”, precisando poi che gli Usa “non sono affidabili”. “L’Occidente – ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran – ha usato varie strategie per farci inginocchiare, imponendoci sanzioni e mettendo pressione sull’Onu fin dai primi giorni della vittoria della rivoluzione islamica e della presa del Nido di Spie (l’ambasciata Usa a Teheran)”.

 

 

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