pizza_americanaGodfather’s pizza, Pizza Hut, Papa John’s, Dominos… sono solo alcuni nomi delle pizzerie più famose degli Stati Uniti, vere e proprie catene con negozi sparsi in ogni angolo degli States. La pizza è in forte espansione in America, con il 94% dei cittadini che ne mangia almeno una al mese e due terzi delle famiglie che nel freezer hanno, in media, almeno una pizza surgelata. Se teniamo conto, inoltre, che il 17% dei punti di ristorazione degli Stati Uniti sono pizzerie (e quasi 41 milioni di americani, più della popolazione della California, mangiano una fetta di pizza ogni giorno), è facile intuire quanto sia importante il “fenomeno pizza” negli Stati Uniti, anche se stiamo parlando di pizze americane, quasi sempre lontane dalla tradizione della vera pizza, quella italiana. L’importanza è prima di tutto economica. Da un’indagine di Bloomberg News emerge l’esistenza di una lobby della pizza che si muove con sempre maggior sicurezza tra i palazzi della politica di Washington.

Di recente anche la pizza, così come le patatine fritte e le bibite gassate, sono finiti nel mirino degli standard nutrizionali per le mense scolastiche, decisi a livello federale. Inoltre, le regole di etichettatura dei menu (in vigore alla fine di quest’anno) sembrano pesanti per le pizzerie. La stessa first lady Michelle Obama, che da anni si batte per un’alimentazione più equilibrata, è considerata tra i “peggiori nemici” della pizza. Da McDonald’s, che ha aggiunto la quantità di calorie nei suoi menu, ai Darden Restaurants, che hanno ha ridotto le calorie e la quantità di sodio nei pasti per i bambini, uno dopo l’altro i grandi marchi di fast food hanno modificato i loro menu, tagliando centinaia – se non migliaia – di calorie. Faranno la stessa cosa anche le pizzerie? Sembra che vogliano intraprendere una strada diversa. Hanno deciso, a quanto pare, di provare a condizionare le scelte politiche, comportandosi quindi come una lobby vera e propria.

Basti pensare che nelle elezioni del 2012 e del 2014 le società americane di pizza hanno contribuito per un totale di 1,5 milioni di dollari (quasi 1,4 milioni di euro). A beneficiarne di più sono stati candidati e gruppi Repubblicani, che hanno raccolto l’88% delle offerte. Ma vediamo meglio nel dettaglio il predominio dei Repubblicani nelle donazioni delle catene della pizza: Pizza Hut ha donato il 98,9% delle proprie offerte al Gop, Papa John’s l’86,8%, Dominos il 79,3%, Schwan il 78,3%. Tra gli altri produttori si segnala il 76,4% al Gop.

Alle ultime due elezioni Mitt Romney e altri quattro candidati repubblicani hanno ricevuto i maggiori contributi dal “mondo della pizza”. All’ex governatore del Massachusetts sono andati 110.807 dollari, mentre al senatore del Kentucky Mitch McConnell 20.350, al senatore del Missouri Roy Blunt 20mila e a Charles Boustany e Cathy McMorris Rodgers, rispettivamente rappresentanti di Louisiana e Washington, 16.100 e 14.600 dollari.

 

Tag: , , ,