Al via tour europeoo di Jeb Bush: a Berlino vede MerkelVladimir Putin è un “bullo” che “può essere contenuto solo con la forza”. Non usa mezzi termini Jeb Bush, parlando con i giornalisti a Berlino. Il fratello di George W. ha attacca duramente la politica del Cremlino nell’est dell’Europa. “Certe azioni hanno le loro conseguenze”, ha detto l’ex governatore della Florida ventilando l’ipotesi che Stati Uniti e Nato dispieghino le loro forze a difesa dei paesi Baltici, “in un’area in cui Mosca sta inviando decine di migliaia di soldati”. Bush è arrivato in Europa per cercare di accreditarsi sul fronte della politica estera. Il suo tour prevede, dopo la Germania, tappe in Polonia ed Estonia.

Intervenuto ad una conferenza della Cdu nella capitale tedesca, Bush ha lanciato un duro monito a Putin e alla sua politica aggressiva: “All’Ucraina deve essere lasciata la libertà di scegliere la sua strada e la Russia  deve rispettare la sovranità e l’integrità del suo territorio”. Ha dunque rimarcato l’importanza della Nato, anche alla luce della crisi ucraina: “La nostra alleanza, la nostra solidarietà e le nostre azioni sono essenziali – ha concluso – se vogliamo tutelare i principi fondamentale del nostro ordine internazionale”. Angela Merkel, arrivata alla fine dell’intervento di Bush, l’ha applaudito dalla platea e poi gli ha stretto la mano.

Il politico repubblicano ha partecipato a un incontro del consiglio economico della Cdu, il partito di Merkel e Schaeuble, occasione in cui ha lodato la solidità dei bilanci della Germania: “Altri governi possono imparare dalla politica fiscale tedesca”, ha osservato. Dopo la crisi finanziaria è aumentata la pressione per aumentare gli investimenti pubblici e rallentare le riforme, per Bush questo è “un invito a ritardare la soluzione dei problemi”.

Nel suo intervento Bush, come dopo di lui la Merkel, ha auspicato una rapida definizione e approvazione del trattato di commercio transatlantico Ttip tra Usa e Ue. Bush ha poi affrontato la scottante questione del Datagate, invitando a “un dialogo molto chiaro” con Berlino.

 

 

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