Trump_BillClintonDicono che sia stato Bill Clinton a convincere Trump a candidarsi per la Casa Bianca. Posto che le cose siano andate davvero così e che la “famosa telefonata” con cui l’ex presidente avrebbe blandito Trump, nella scorsa primavera, ci sia stata davvero, che senso avrebbe avuto la mossa di Bill? Semplice, rispondono i maligni: creare scompiglio nelle primarie del Gop, gettando nella mischia un candidato in grado di sparigliare i giochi, avrebbe di sicuro avvantaggiato la corsa di Hillary. Una mossa diabolica, se fosse stata veramente pianificata a tavolino dai coniugi Clinton. Main politica non si possono prevedere con esattezza tutte le cose e Bill non avrebbe mai potuto immaginare che, arrivati a questo punto, Trump si sarebbe trovato in testa ai sondaggi.

Può essere  che il miliardario abbia chiesto qualche consiglio o si sia lasciato convincere dall’ex presidente, che ha saputo solleticare le sue velleità politiche. Ma da uomo di mondo Trump sa bene che Bill “gioca” sul campo democratico, e quindi non dalla sua parte. E per questo non poteva (e non può) fidarsi troppo delle sue dritte. Alcuni però insistono col dire che Trump ha mosso mari e fiumi con il solo scopo di far vincere Hillary (è l’accusa complottista che lo dipinge come un “cavallo di Troia” dei democratici). Comunque siano andate le cose, resta il fatto che Trump è in testa ai sondaggi. Sì, è vero, siamo ancora lontani dall’inizio della corsa e in passato alcuni candidati considerati fortissimi e in grado di spaccare tutto (ricordate il democratico Howard Dean?), si sciolsero come neve al sole appena si iniziò a fare sul serio. Ma Trump è un fenomeno diverso. Nel bene o nel male ha già tracciato un solco. E, con le sue sparate, continuerà a condizionare l’agenda politica della destra americana. Sia nella scelta dei temi da trattare (in primis l’immigrazione) sia nei tempi e per certi versi anche nei modi (aggressività).

“Sarebbe un errore sottovalutare Trump, ha trovato la chiave per stimolare il nervo scoperto in una buona parte dell’opinione pubblica, parla chiaro e in modo diretto. Ha preso i suoi compagni repubblicani in contropiede, ha rimescolato le carte e pone per noi democratici un problema non immediato ma molto importante: il suo effetto traino potrebbe essere fortissimo”. Così l’ex presidente Usa Bill Clinton in un colloquio con Mario Platero (Il Sole 24 Ore). “Potrebbe anche farcela – prosegue -. Come sappiamo nelle primarie tutto è possibile, le cose cambiano rapidamente. Il mio quadro di fondo resta però invariato. Credo che alla fine fra i repubblicani prevarrà Bush.

“Non so – va avanti Clinton – se il vicepresidente Biden entrerà in corsa. Ma so che Biden ha passato dei momenti terribili. Per noi non cambierà molto, Biden può decidere quello che preferisce, non cambierà la nostra rotta politica. E lo dico sinceramente: è un uomo a cui voglio molto bene“. Poi l’ex presidente si sofferma sugli altri big del partito repubblicano: “Ci sono alcuni talenti che possono emergere per la nomination. Marco Rubio (il senatore della Florida, ndr) ad esempio, è fresco, giovane, energico, ha sicuramente le qualità per poter uscire dal gruppo ed affermarsi, ma ha poca esperienza. John Kasich (il governatore dell’Ohio, ndr) ha molte qualità, è un candidato forte anche lui, ma ha un problema di cui non si parla molto e che la base potrebbe non perdonargli: ha accettato gli aiuti federali per il Medicaid, parte dell’Obamacare, altri governatori quegli aiuti li hanno respinti”.

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