kockI fratelli Charles e David Koch sono due multimiliardari americani con grossi interessi nel settore petrolchimico (fatturato di 106 miliardi di dollari) e il pallino per la politica. Da anni vengono definiti i “grandi burattinai” della destra americana, perché elargiscono grosse somme a candidati loro amici e ai Super Pac impegnati nella campagna elettorale. Ora si scopre che i due dispongono di un super team di esperti che, da Washington, tengono sotto controllo le attività dei politici democratici in vista delle prossime elezioni. Della squadra farebbe parte anche un ex agente dei servizi segreti. A svelare l’esistenza della Kia (una sorta di Cia parallela) è la rivista online Politico.com.

Ma che senso ha questa organizzazione segreta? Secondo Politico in realtà è una sorta di assicurazione che i due fratelli hanno voluto stipulare. Vogliono essere sicuri di spendere al meglio il quasi miliardo di dollari che investiranno di qui al 2016, per cercare di influenzare la politica a stelle e strisce.

Kia è situata negli uffici Koch di Arlington (Virginia) e viene definita una struttura di “intelligence competitiva”. Gli esperti che vi lavorano monitorano con estrema precisione i movimenti degli attivisti liberal: tra questi i dati geografici inclusi nei messaggi sui social network. La sinistra va seguita “in tempo reale”, spiega Politico rivelando che il bersaglio principale è la Democracy Alliance, un gruppo di ricchi donatori democratici che sostengono finanziariamente gruppi a loro volta impegnati nelle cause liberal: dalla lotta al riscaldamento globale e alle diseguaglianze, per espandere l’accesso al voto e i diritti dei gay. Insomma, una guerra di ricchi contro ricchi, con la corsa per la Casa Bianca sullo sfondo.

Nel 2012 i Koch spesero 400 milioni di dollari, senza ottenere il risultato auspicato: Obama, infatti, fu rieletto alla Casa Bianca e i democratici ancora ottennero il controllo del Senato. Stavolta i due fratelli hanno deciso di andare oltre il doppio della cifra: “Siamo stati presi in contropiede nel 2012 e saremmo sciocchi a ripetere l’errore”, ha detto Mark Short, presidente della Freedom Partners Chamber of Commerce, il gruppo al centro della rete dei Koch.

Secondo Politico il progetto dei Koch è di lungo respiro: non ambiscono solo alla vittoria dei repubblicani nel 2016, puntano a riallineare la politica americana, il governo e la società con le filosofie di libera iniziativa industriale che Charles e David vorrebbero di nuovo dominanti. Da qui si comprende il forte sostegno dei Koch ai Tea Party. Un progetto politico-culturale che, se portato avanti alla luce del sole, non ha nulla di male. Del resto, come ci sono i grandi burattinai della destra, ci sono quelli che strizzano l’occhio (e aprono il portafoglio) alla sinistra. Negli Stati Uniti, a differenza che in Italia, il finanziamento alla politica è stato affrontato in modo serio: ci sono limiti ben precisi ma, al contempo, ampie libertà di finanziare chi si vuole (una decisione del 2010 della Corte Suprema ha decisamente allargato questa possibilità). Per condizionare la politica servono soldi, tanti soldi. Ma da soli non bastano. Occorrono anche le idee e le gambe su cui farle andare avanti. Alla fine, però, contano solo i voti. Sia alle primarie, per scegliere i candidati, che alle elezioni vere e proprie.

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