casa_100_dollariSe c’è una città che più di tutte, negli Stati Uniti, ha subito la crisi, questa è Detroit. Nel 2013 è “fallita” (default), con un passivo di 18 miliardi di dollari, che ha richiesto sacrifici enormi ai cittadini e cospicui tagli a pensioni e servizi pubblici. La città del Michigan, capitale americana dell’automobile, aveva già sofferto molto per la crisi di General Motors e Chrysler, salvate dal fallimento dall’amministrazione Obama (80 miliardi di dollari stanziati).

Negli anni Cinquanta 2milioni di persone vivevano nella città che aveva dato la luce (nel 1908) alla Ford Model T, la prima vettura prodotta utilizzando una catena di montaggio. La popolazione oggi è scesa a quota 700mila, con un calo del 25% registrato solo negli anni compresi tra il 2000 e il 2012. Crisi immobiliare e crisi dell’auto costrinsero la città a spregiudicate operazioni finanziarie che, poi, hanno portato al drammatico default.

Da qualche anno Detroit cerca un difficile rilancio, che passa anche attraverso il mercato immobiliare. La città ha creato un sito internet dove è possibile comprare all’asta case precedentemente pignorate, facendo offerte in alcuni casi bassissime. Se n’è parlato già qualche anno fa, ora il Washington Post torna sull’argomento, parlando, tra gli altri, dell’esperienza di una giovane di 25 anni, Jazley Trouser, che ha comprato una villetta sborsando solo 1.000 dollari (la ristrutturazione gli è costata 25.000 dollari, ottenuti in prestito da una banca). Il caso della Trouser non è isolato: l’amministrazione cittadina dispone di molti immobili invenduti e preferisce venderli a prezzi bassissimi, praticamente simbolici, anziché accollarsi il costo della loro demolizione.

Vendere a prezzi simbolici questi vecchi edifici può servire a rianimare interi quartieri ormai seppelliti dalle erbacce? Difficile – se non impossibile – tornare al benessere di un tempo. Ma peggio di così non si può andare, dunque ben venga questo tentativo. Nessuna città americana delle dimensioni di Detroit ha mai subito un tracollo così grande del proprio patrimonio immobiliare. E la città non ha potuto beneficiare dei fondi pubblici federali che ad esempio sono andati a New Orleans, flagellata dall’uragano Katrina del 2005 (più di 1800 morti e danni per cento miliardi di dollari).

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