Usaa 2016: Iowa; Cruz come Obama nel 2008, 'Yes we can'Archiviato il voto nell’Iowa (leggi l’articolo) negli Usa si guarda già alla prossima sfida, quella del New Hampshire. Ma è doveroso soffermarsi sul vincitore, il senatore del Texas Ted Cruz, che si è imposto nei caucus repubblicani. Quarantacinque anni, origini cubane, è arrivato a Washington grazie al sostegno dei Tea Party, che lo adorano per le posizioni nette, senza alcun tentennamento.

La leadership del partito repubblicano lo detesta, così come gran parte dei colleghi di partito. Dicono che è troppo estremista e che spaventa gli elettori moderati. Ovviamente per lui (e per i Tea Party) questa accusa è un vanto. L’anziano Bob Dole, candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 1996, ha definito “un cataclisma” la sua eventuale nomination. Tra i repubblicani non sono pochi a preferirgli Trump, che considerano un “male minore”. Un altro ex candidato alla Casa Bianca, il senatore John McCain, per provare a smontarlo ha avallato i dubbi sulla possibile ineleggibilità di Cruz, sostenendo che non sia “natural born american”, come richiede la Costituzione per il presidente, perché nato in Canada da madre statunitense e padre cubano.

Anche un’altra vecchia guarda del partito, l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani si è schierato: “Se la scelta arriverà ad essere tra Trump e Cruz non ci sono dubbi che voterei Trump, come partito abbiamo migliori possibilità di vincere con lui e credo che molti repubblicani la vedano in questo modo”.

Attaccato quasi da tutti Cruz va avanti a testa bassa e sembra rinforzato dal fuoco di fila contro di lui. Si vuole presentare come il vero candidato anti-establishment, molto più di Trump. Considerato “il più a destra di tutti”, abilissimo oratore, da alcuni insider Trump viene descritto come “intelligente più del diavolo”.

Usaa 2016: Iowa; Cruz come Obama nel 2008, 'Yes we can'Distintosi alle scuole superiori come uno dei più bravi, al liceo di Houston, fu scelto dal Free Enterprise Institute per andare in giro nelle scuole del Texas a recitare la Costituzione a memoria e propagandare i valori conservatori, Cruz divenne un vero e proprio numero uno nei dibattiti a Princeton, passando poi alla Law School di un’altra università dell’Ivy League, Harvard. “Cruz era straordinariamente brillante”, ha ricordato il suo ex professore Alan Dershowitz, il famoso giurista liberal – che dopo l’11 settembre si è spostato su posizioni vicine all’amministrazione Bush – che il senatore annovera tra i suoi amici personali. Ad Harvard Cruz ha fondato e diretto l’ Harvard Latino Law Review, anche se nel resto della sua carriera, e specialmente in una campagna elettorale in cui promette il pugno di ferro sull’immigrazione, la carta etnica non sembra avere peso.

La madre di Cruz, Eleanor Darragh, aveva origini irlandesi; laureata in matematica sposò Rafael Cruz, cubano arrivato in America con un visto studentesco dopo essere stato imprigionato e torturato dal regime di Batista. Rafael si mantenne agli studi all’università del Texas facendo il lavapiatti. La coppia, che si era conosciuta lavorando in un ditta petrolifera texana, si era poi trasferita in Canada, attratta dal boom petrolifero degli anni Sessanta. Ed è proprio in Canada che Ted è nato. La sua famiglia però tornò in Texas, a Houston, quando lui era ancora piccolo.

Dopo la laurea ad Harvard, Cruz fu chiamato a lavorare prima da un giudice di una corte d’appello e poi dal capo della Corte Suprema, il giudice William Rehnquist. Avviatosi alla carriera forense, si avvicinò agli ambienti di George W. Bush e nel 2000 divenne consigliere della sua campagna elettorale. In questo periodo cobobbe la sua futura moglie, Heidi Nelson Cruz, da cui ha avuto due figlie.

Il padre pastore evangelico

Alcuni sostengono che per vincere in Iowa Cruz abbia sfruttato soprattutto il voto evangelico. Ma come ha fatto ad attirarlo? Utilizzando una carta segreta (e vincente): il padre Rafael, pastore evangelico, considerato ufficiale di coordinamento tra il figlio e la destra cristiana. “Se i giusti non si candidano e non votano, chi rimane? I malvagi che eleggono malvagi, ed abbiamo quello che meritiamo”, ha tuonato il 76enne di origine cubana dal pulpito della Grace Baptist Church di Marion, in Iowa, esortando gli evangelici a partecipare ai caucus, e votare per il figlio. Una missione riuscita, se per  Cruz hanno votato oltre 50mila repubblicani (un numero di preferenze record, si è vantato il candidato) in una tornata elettorale che ha registrato un’affluenza altissima ai caucus del Gop, oltre il traguardo dei 150mila che si era prefissato il partito. In effetti era da molto tempo (oltre un anno) che il padre di Cruz visitava chiese, incontrando pastori e mobilitando la base evangelica. Rafael ha fatto anche numerose affermazioni incendiarie, che hanno galvanizzato l’elettorato della destra, come l’aver paragonato Obama e Fidel Castro ed affermato che il presidente dovrebbe “essere rimandato indietro in Kenya”. Non sono mancati attacchi ai gay, accusati di voler legalizzare la pedofilia, ed alle scuole pubbliche che farebbero il lavaggio del cervello laico ai ragazzi. Posizioni sicuramente tuttaltro che moderate.

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