John McCainNei giorni scorsi abbiamo registrato diverse prese di distanza da Donald Trump in seno al Partito repubblicano: la famiglia Bush, Mitt Romney, Paul Ryan (quest’ultimo però ha lasciato la porta aperta, si vedrà con Trump giovedì). Oggi invece segnaliamo un’importante apertura  nei suoi confronti, quella del senatore John McCain, candidato alla Casa Bianca nel 2008. McCain afferma che il miliardario newyorkese “potrebbe essere un leader capace”. In un’intervista alla Cnn McCain ribadisce che “sosterrà il candidato repubblicano” e critica i colleghi di partito che non lo stanno facendo. “Bisogna arrivare alla conclusione che vi sia una certa distanza, se non proprio un corto circuito, tra leader del Partito e membri del Congresso e i molti elettori che hanno selezionato Donald Trump come candidato del partito – ha detto McCain -. Bisogna ascoltare queste persone, il credo che sarebbe folle ignorarlo“. Il senatore sottolinea comunque di avere ancora delle riserve riguardo a Trump, in particolare rispetto alla sua tendenza a insultare gli avversari.

“Non ho mai visto una campagna così personalizzata come questa, e questo mi dà fastidio – ha detto McCain – uno può essere in violento disaccordo con qualcuno per quanto riguarda i programmi, ma non deve attaccare il suo carattere e la sua integrità”. Una campagna del genere ha aperto all’interno del partito “ferite che avranno bisogno di molto tempo per rimarginarsi”, ha ammesso ancora il senatore.

McCain formula dunque una proposta: prima di pronunciare una sua posizione ufficiale a favore di Trump, il candidato dovrà scusarsi per le offese rivolte a tutti i prigionieri di guerra americani. A cosa si riferisce? “Mi piacciono le persone che non si sono fatte catturare”, disse Trump prendendo di mira il senatore, che per cinque anni e mezzo fu prigioniero in Vietnam durante la guerra. McCain tiene a precisare che “non importa quello che (Trump, ndr) ha detto su di me, non c’è bisogno di scuse, ma non si tratta di me, ma di tutti gli altri”.

Il senatore ha fatto poi riferimento agli attacchi agli immigrati irregolari e agli ispanici, fatti da Trump. McCain, eletto in Arizona (dove il voto ispanico è cruciale), ha cercato di svicolare, senza chiedere esplicitamente che il miliardario faccia ammenda. Ha solo sottolineato un aspetto non secondario: “Credo che sia importante comprendere il valoro del voto ispanico in Arizona, oltre il 50% dei ragazzi a scuola è ispanico”. Ed ha ricordato come il Partito repubblicano dopo la sconfitta del 2012 avesse compreso la necessità di conquistare questo settore dell’elettorato.

Un altro vip repubblicano si è detto pronto ad aiutare Trump: è Dick Cheney, ex vicepresidente di George W. Bush. Lo ha detto lui stesso alla Cnn, spiegando di aver sempre sostenuto i candidati repubblicani e che intende farlo anche con Trump.

 

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