paulryanOggi a Washington c’è stato l’atteso faccia a faccia tra Donald Trump e lo speaker della Camera, Paul Ryan. Com’è andata? Per Ryan è stato “un incontro molto incoraggiante”, il primo passo di un “processo” necessario per unificare il partito, che non può risolversi con una “conversazione di 45 minuti”. Ryan ha però tenuto a precisare che è stato “piantato il seme” per questa riunificazione. Non ha rivelato dettagli su quanto i due si sono detti. Si è limitato a dare qualche minimo dettaglio.  “Abbiamo parlato della vita, della Corte suprema. Continueremo ad essere in disaccordo su alcune politiche ma condividiamo una visione positiva sui principi fondanti”. Lo speaker ha poi riconosciuto i meriti della campagna elettorale di Trump, sottolineando che il tycoon di New York “porta nuovi elettori al partito”. Infine ha ripetuto che la speranza è che si possa unificare il partito sulla base di valori e principi comuni.

Al momento non si può parlare di un vero e proprio endorsement. Né di “pace fatta”. Il cammino però è iniziato. Ryan, che ieri aveva descritto il partito repubblicano come una grande tenda che raccoglie tante anime diverse, si è definito esponente dell’ala conservatrice, “mentre Trump sta portando una nuova ala – ha osservato – e ciò e positivo”, anche perché comporta nuovi voti. Alla base c’è la comune consapevolezza, ha concluso Ryan, che Hillary Clinton presidente degli Stati Uniti “sarebbe un disastro”.

Alla riunione, iniziata verso le 9.30 (ora locale) hanno preso parte anche il chairman della Rnc, Reince Priebus, e altri rappresentanti della leadership del Grand Old Party. Ryan si è detto “felice” di presiedere la convention repubblicana di Cleveland, a luglio, dopo che nei giorni scorsi aveva detto di poter rinunciare se Trump lo avesse chiesto. Anche questo è un segnale di distensione.

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