Paul_Ryan_Donald_TrumpVolano gli stracci tra i repubblicani. Durissimo affondo di Donald Trump contro Paul Ryan, speaker della Camera. “Il nostro leader debole e inefficace, Paul Ryan, ha avuto una brutta conference call con i partecipanti che si sono infuriati per la sua slealtà”. Trump, che non ha mai sopportato la freddezza di Ryan nei suoi confronti, se l’è presa quando lo speaker ha informato i deputati della propria scelta di non ritirargli l’endorsement ma di non fare più campagna elettorale in suo favore in vista delle presidenziali. Poco prima Trump aveva pubblicato un altro tweet contro Ryan e tutti gli altri repubblicani che stanno ritirando il loro appoggio: “È difficile fare bene quando Paul Ryan e gli altri ti danno zero sostegno”. Trump se la prende con  i “repubblicani sleali”.

Il tycoon prosegue il suo sfogo su Twitter: “Ora posso combattere per l’America a modo mio”. E rincara la dose: “È così bello che mi abbiano levato i freni così che possa combattere per l’America a modo mio”. “I repubblicani sleali sono più difficili di Hillary la disonesta. Arrivano da tutte le parti. Non sanno come vincere: glielo insegnerò” – ha poi incalzato in altro messaggio, aggiungendo infine che “i democratici sono più leali fra loro dei repubblicani”.

Dopo giorni di imbarazzato silenzio, anche Chris Christie prende le distanze dalle frasi sessiste di Trump, ma non gli fa mancare il proprio sostegno. “Voglio essere molto chiaro, è indifendibile – ha detto il governatore del New Jersey, uno dei principali alleati di Trump – e l’ho detto chiaramente a Donald”. Ma, ha aggiunto, “ancora sostengo Donald, sono molto arrabbiato per quello che ho sentito, ma alla fine queste elezioni si giocano su cose molto più importanti”. Intervenendo in un programma radiofonico, Christie ha comunque ammesso che il video avrà un impatto sulla decisione degli elettori. “Ero molto scosso ed imbarazzato per lui e la sua famiglia”, ha detto ancora il governatore, rivelando che era insieme a Trump nel momento in cui, venerdì scorso, il Washington Post ha pubblicato il video.

La battaglia per il Congresso

L’8 novembre la partita non è solo per la Casa Bianca. I cittadini americani voteranno anche per il rinnovo del Congresso, sul quale i repubblicani stanno investendo tutte le loro risorse per conservare la maggioranza attuale e continuare a tenere in scacco l’eventuale presidente Hillary Clinton. In particolare viene rinnovata tutta la House of Representatives (su 435 deputati 247 sono
repubblicani e 188 democratici) e 34 senatori (24 sono repubblicani e 10 democratici) su 100 (54 sono repubblicani, 44 democratici e due indipendenti che hanno sempre votato con l’Asinello), oltre a 12 governatori (7 democratici e 5 repubblicani) su 50.

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