Nikki HaleyIl presidente Trump ha smontato l’intesa con l’Iran sul nucleare: “Teheran ha violato i patti (l’impegno a non costruire l’arma atomica, ndr), ora non valgono più”. Non parla di una violazione concreta ma dice che l’Iran non ha rispettato lo spirito dell’accordo. Così  invita il Congresso ad adottare una nuova legge in cui precisare, per filo e per segno, le condizioni che potrebbero far scattare nuove sanzioni. Secondo Politico lo strappo di Trump sarebbe arrivato grazie al lavoro di Nikki Haley, rappresentante Usa al Palazzo di Vetro. Sarebbe lei ad aver preparato il dossier che è servito a Trump per gustificare la decisione di non certificare il rispetto dell’accordo da parte di Teheran.

Per capire quanto è accaduto bisogna fare un passo indietro, allo scorso luglio. Durante una riunione ristretta il presidente si inalbera con i suoi più stretti collaboratori perché, per la seconda volta dall’inizio del suo mandato, si è trovato “costretto” confermare l’adesione ad un accordo che odiava. A convincerlo sul fatto che non si potessero fare passi indietro (perché l’Iran non stava violando i patti) furono il segretario di Stato, Rex Tillerson, e il ministro della Difesa, James Mattis.

A quel punto si sarebbe fatta avanti la Haley: “Mi lasci trovare una base per farlo”. Ed è andata in missione a Vienna (viaggio osteggiato da Tillerson che dovette però arrendersi di fronte al via libera di Trump), per cercare di ottenere dai funzionari dell’Aiea elementi utili allo scopo. Rientrata negli Stati Uniti in un discorso all’American Enterprise Institute Haley espresse “dubbi e preoccupazioni” sulla tenuta dell’accordo. E da allora, all’interno dell’amministrazione, diventò la sostenitrice più forte della necessità di “smascherare l’ipocrisia” di Teheran.

Molti vedono nel discorso di  Trump anche l’impronta di un predecessore di Haley al Palazzo di Vetro, John Bolton, considerato uno dei più agguerriti falchi anti Iran dei “neo con” ai tempi di George W. Bush. Sarebbe suo ad aver ispirato a Trump di poter, come presidente, “cancellare in qualsiasi momento l’accordo”. Il suggerimento – rivela Politico – sarebbe arrivato giovedì pomeriggio per telefono perché il nuovo capo dello staff, John Kelly, ha ridotto l’accesso illimitato che Bolton aveva allo Studio Ovale quando ancora c’era Steve Bannon (di cui è alleato). La telefonata di giovedì, però, il generale non l’ha potuta stoppare: anche perché Bolton chiamava dalla casa di Las Vegas del mega finanziatore repubblicano Sheldon Adelson.

Il presidente iraniano, Hassan Rohani, torna a commentare le parole di Trump: rompere l’accordo sul programma nucleare “equivale a mettere a repentaglio la sicurezza e la stabilità della regione e del mondo. Auspichiamo che l’Ue impedisca mosse errate che pregiudichino la pace e la cooperazione internazionali”. “Far saltare il tavolo delle trattative – ha affermato Rohani – non è un’abilità e le basi per risolvere le controversie internazionali devono essere rafforzate attraverso il dialogo. Senza dubbio, in futuro, la storia e i popoli del mondo e degli Stati Uniti giudicheranno meglio il modo in cui l’attuale governo (a Washington, ndr) ha scelto di essere insignificante e scorretto”.

 

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