Bush_GettyDura presa di posizione dell’ex presidente Usa George W. Bush: “Esistono prove chiare che i russi hanno interferito” nelle elezioni americane del 2016. Poi precisa: “Altra cosa è dire che abbiano influito sul risultato delle elezioni”. Bush ha parlato al Milken Institute di Abu Dhabi, un think tank economico con sede in California. “È problematico che un paese straniero sia coinvolto nel nostro sistema elettorale. La nostra democrazia funziona solo fino a che la gente ha fiducia nei risultati”.

Vladimir Putin, ha aggiunto l’ex presidente, è una “persona che non riesce a pensare”, “a porsi il problema ‘come possiamo vincere entrambi?’. Pensa solo, come posso vincere e tu perdere”. “Ha il dente avvelenato. Dal crollo dell’Unione sovietica che ancora lo scuote. La maggior parte delle sue azioni sono determinate dalla volontà di riconquistare l’egemonia sovietica. Questa è la ragione per cui la Nato è molto importante”.

Bush non ha menzionato il presidente, anche se il bersaglio sembrava proprio Trump, che ha sempre contestato le accuse di interferenze russe nelle elezioni o che i membri del proprio staff in campagna elettorale abbiano avuto contatti con Mosca.

Non è la prima volta che Bush interviene a gamba tesa su Trump. Lo scorso ottobre, durante un forum a New York, prese le distanze (anche in questo caso senza citarlo) dal presidente: “L’intolleranza ha trovato nuovo vigore, la nostra politica è sempre più vulnerabile alle teorie del complotto ed alle invenzioni totali… l’identità stessa della nostra nazione dipende dalla trasmissione degli ideali di civiltà alle prossime generazioni. Motivo per cui abbiamo bisogno di nuova enfasi sull’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole”. E ancora: “Il bullismo e il pregiudizio nella nostra vita pubblica definisce i toni, consente crudeltà e intolleranza che, in qualsiasi forma, è blasfemia per i valori americani”. E sferrò un attacco al suprematismo bianco: “Il fanatismo sembra incoraggiato, le nostre scelte politiche sembrano più inclini alle teorie cospirative e alle menzogne palesi”.

La famiglia Bush è uscita duramente sconfitta dall’antipolitico Trump alle elezioni del novembre 2016, così come tutto l’establishment repubblicano. Ora, però, in vista delle elezioni di Midterm, il Grand Old Party non può permettersi divisioni. Deve marciare unito per cercare di conservare la maggioranza al Congresso e non compromettere la seconda parte del mandato di Trump.

 

 

 

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